Dopo settimane di stallo il centrodestra ha deciso: sarà Enrico Michetti il suo candidato per le elezioni comunali di Roma previste in autunno. Ad annunciarlo al termine di un vertice interpartitico è stato Matteo Salvini, leader della Lega, che ha reso noto anche che la candidatura di Michetti sarà sotto forma di un ‘ticket’ col magistrato Simonetta Matone, sua vice in caso di elezione al Campidoglio.

Il nome di Michetti circolava ormai da settimane ed era spinto in particolare da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, che a Roma sono ‘titolati’ alla scelta del candidato. Superati dunque gli scogli e i dubbi sul nome di Michetti, avanzati in particolare da Forza Italia, che aveva proposto il senatore Maurizio Gasparri, ma il suo inizialmente aveva lasciato perplessi anche gli esponenti leghisti, in primis Salvini.

Ma chi è Michetti? Avvocato e professore di Diritto degli enti locali presso l’Università di Cassino, oltre a direttore di Gazzetta amministrativa, Michetti è noto ai romani per i suoi interventi in diretta all’emittente radiofonica Radio Radio, definito il “Tribuno della Radio”. Il 20 maggio scorso Michetti era intervenuto proprio in radio per ‘accettare’ l’eventuale candidatura.

Personaggio estroverso e che sulle frequenze di Radio Radio ama parlare di più temi, è caduto anche in alcune ‘gaffe’, se così vogliamo chiamarle. Il 13 ottobre scorso aveva definito nel corso di un suo intervento la pandemia di Covid “influenza”. “È diventato ridicolo – aveva sottolineato Michetti – si parla soltanto di questa influenza, particolarmente grave, per carità di Dio, in casi acuti, ma che di questo virus si faccia un programma di governo che altrimenti non avrebbe ragione di esistere è paradossale”.

Fece discutere anche un paragone ardito di Michetti, che aveva messo sullo stesso piano la campagna di vaccinazione del governo al doping di Stato dell’ex Germania dell’Est. Secondo Michetti infatti in Italia si “calpesta la libertà”, perché si “calpestano tutti i presupposti per porre il cittadino al centro del Paese! Il lavoratore deve essere al centro della vita politica, istituzionale ed economica. Non un subalterno, non un suddito! Non una persona da prendere e vaccinare come una vacca coattivamente contro la sua volontà come facevano con le atlete del mondo dell’Est. E poi si sono visti i risultati ad anni di distanza, quelle povere ragazze che fine hanno fatto”.

Una posizione sul vaccino anti-Covid ambivalente. Ad aprile il neo candidato sindaco del centrodestra attaccava: “Stanno affogando la costituzione negli acidi! Il principio di precauzione non esiste nel diritto italiano. Nessuno può imporvi alcuna iniezione. Non siamo delle cavie”. Eppure un mese dopo, con la foto pubblicata sul sito di Radio Radio, ecco Michetti irrompere mentre viene vaccinato: “Ho deciso consapevolmente di vaccinarmi attendendo il mio turno, ma rispetto profondamente chiunque abbia un’opinione diversa dalla mia”, spiega lasciando quindi uno spazio aperto all’universo no-vax.

Ma da Michetti, sempre durante uno dei suoi interventi su Radio Radio, aveva anche strizzato l’occhio ai nostalgici del fascismo. Parlando dei saluti tra persone e del contatto ‘umano’ ai tempi del Covid, il neo candidato del centrodestra aveva detto la sua in questo modo: “Adesso si sta rispolverando anche il vecchio saluto a distanza, quello romano. I romani quando inventavano le cose rasentavano la perfezione, qui qualcuno se lo dimentica. Salutavano così perché era il modo più igienico”. Poi l’avvertimento: “Se per qualcuno per cui la storia inizia nel 1917 con la Rivoluzione russa il saluto romano è rievocativo del fascismo e del nazismo è un problema suo“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia