Marcello Degni non lascia, raddoppia. E, forse inconsapevolmente, offre al centrodestra l’arma di distrazione di massa perfetta per sviare l’attenzione mediatica dal caso del deputato “pistolero” Emanuele Pozzolo. Il magistrato, consigliere della Corte dei Conti, non sta in silenzio e rivendica i suoi post contro il governo. Lo fa con un’intervista a La Stampa. Parole che hanno l’effetto di far alzare ancora di più il polverone, con la maggioranza che ne approfitta per attaccare il Pd e deviare il dibattito dalle difficoltà interne all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Prima di dare conto del rilancio di Degni occorre rinfrescare la memoria sul tweet della discordia, vergato dal professore, economista esperto di finanza pubblica, il 30 dicembre scorso.

Il tema è la manovra, la legge di bilancio appena approvata dalla Camera, senza modifiche rispetto al testo che era stato licenziato dal Senato. Scrive Degni l’antivigilia di Capodanno: “Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”. Il tutto seguito dal tag alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, accusata dal magistrato contabile di non essere salita sulle barricate in occasione del via libera alla legge di bilancio. Quindi, dopo la prima giornata di polemiche, l rivendicazione di Degni a La Stampa. “Ma lei ha letto quello che ho scritto? – dice il consigliere della Corte dei Conti alla giornalista – Non mi sembra che contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra”.

Il professore risponde anche alla Lega che, con in prima linea gli economisti Alberto Bagnai e Claudio Borghi, lo aveva accusato di voler far precipitare l’Italia in esercizio provvisorio. “L’esercizio provvisorio è un istituto previsto dalla Costituzione e non avrebbe creato problemi all’Italia, ma al governo”, è la versione di Degni. Che replica alla prima presa di posizione della Corte dei Conti, che ha annunciato ulteriori valutazioni sul caso, rimandando una decisione alla prossima riunione del Consiglio di presidenza. Dice il magistrato contabile: “Io mi sono espresso come Marcello Degni non come giudice della Corte dei Conti”. E, quindi, chiede la cronista: “Riscriverebbe le stesse parole?”.  Lo studioso non fa una piega: “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta”.

Frasi che suonano come musica per il centrodestra. Comincia il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Senato Salvatore Sallemi, che annuncia “una interrogazione parlamentare per chiedere la verifica degli atti e delle sentenze di questo magistrato contabile che tutto fa meno che esercitare il suo ruolo imparziale”. Il capogruppo di FdI a Palazzo Madama Lucio Malan dice: “Chiederemo anche che Degni sia audito in Commissione Affari Costituzionali al Senato”. I meloniani parlano di “inaccettabile silenzio dal Pd di Schlein e da Paolo Gentiloni, che lo ha nominato alla Corte dei Conti”.  Anche il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti spiega che sarà presentata “una interrogazione parlamentare per fare luce sulle numerose dichiarazioni antigovernative espresse sui propri canali social dal consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni”.

Incalza la deputata della Lega Simonetta Matone, ex magistrato. “Peggio delle posizioni del magistrato contabile c’è solo il Pd. Che tace sull’ennesima toga supporter”, dichiara Matone. Da Forza Italia il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante chiede che “la Corte dei Conti sia solerte sulla posizione di Degni”. Ma Degni non molla e twitta ancora: “È montata tanta intolleranza. A questo punto rispondo con le parole di un grande magistrato: ‘Resistere, resistere, resistere”. La citazione è di Francesco Saverio Borrelli, capo del pool di Mani Pulite. Il centrodestra esulta: Pozzolo sta passando in seconda pagina.