Una ventina di testimoni ascoltati dai carabinieri tra cui il diretto interessato, il 31enne ferito da un colpo d’arma da fuoco alla gamba durante il veglione di Capodanno nella sala della Pro Loco di Rosazza, in provincia di Biella, dove era presente anche il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Luca Campana, l’elettricista genero del caposcorta dell’esponente del governo Meloni, ha raccontato un’altra verità rispetto a quella fornita da Emanuele Pozzolo, il deputato che si è presentato alla festa con la pistola tascabile.

Spari Capodanno, la pistola di Pozzolo dai Ris di Parma

“Non è andata come dice Pozzolo, non ho mai toccato quella pistola” ha spiegato il 31enne al suo legale. Una versione che smentisce quella del deputato di Fratelli d’Italia che aveva assicurato di “non aver mai toccato la pistola”. Dai carabinieri del Ris di Parma si attendono dunque gli esiti dello stub, l’esame per verificare la presenza di polvere da sparo, sulle mani e sugli abiti di Pozzolo. Abiti che il deputato non aveva consegnato, invocando l’immunità parlamentare.

Due testimoni: “E’ stato Pozzolo a sparare”

Ma secondo almeno due testimonianze dirette sarebbe stato Pozzolo, indagato per lesioni personali, a impugnare la pistola tascabile, la North american arms, dalla quale è partito il proiettile che ha ferito, per fortuna in modo non grave, il 31enne. Pistola calibro 22 già nei laboratori del Ris di Parma per gli accertamenti irripetibili con la procura di Biella che, intanto, ha dato parere favorevole alla revoca del proto d’armi rilasciato al deputato del partito di Giorgia Meloni. Lo stesso Pozzolo, sostenendo di non aver sparato lui ha aperto all’ipotesi di reato dell’omessa custodia dell’arma.

Pozzolo e i dubbi da chiarire

Diversi i dubbi da sciogliere, il primo: perché Pozzolo ha estratto la pistola? Che bisogno c’era di mostrarla? L’ipotesi è che l’arma sia stata impugnata per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, il 2024, una triste tradizione diffusa da nord a sud.

Resta da capire perché il giovane ferito al momento non ha presentato querela. E’ stato dimesso dall’ospedale il primo gennaio e ha 60 giorni di tempo per farlo.  “Abbiamo sessanta giorni di tempo – spiega l’avvocato Marco Romanello, che lo segue -. Prenderemo una decisione quando si sarà ripreso”. Ma perché non lo ha ancora fatto? I familiari hanno spiegato che Luca Campana “sta meglio”, era lì perché la festa familiare della famiglia Delmastro, organizzata dalla sorella del sottosegratario, sindaca del piccolo borgo, era aperta anche ai familiari degli agenti della scorta.

I familiari di Luca Campana: “Vuole solo dimenticare”

Dipendente di un’azienda che si occupa di sistemi di allarme e di impianti di videosorveglianza e sicurezza, Campana è un elettricista specializzato. Adesso pensa solo “a tornare al lavoro e soprattutto a una vita normale” perché “è parecchio scosso – riferiscono i familiari -. Deve realizzare quanto gli è capitato. Lo spavento in quel momento è stato parecchio. Anche la moglie era scossa per quanto successo. Ora lui vuole soltanto dimenticare e lasciarsi alle spalle questa disavventura”.

 

Redazione

Autore