Condannato all'ergastolo
Chi ha tradito Giacomo Bozzoli, il rientro in Italia e il nascondiglio in casa nel cassettone del letto. Aveva con sé 50 mila euro

Chi ha tradito Giacomo Bozzoli? Il latitante condannato all’ergastolo 12 giorni fa e arrestato soltanto ieri sera dopo una fuga tra Italia, Spagna e Francia, con ancora molte tappe e passaggi da chiarire. Aveva fatto le valigie ben prima della sentenza definitiva: partito lo scorso 24 giugno all’alba, più precisamente alle 5.51 del mattino, quando era stato registrato un passaggio della sua Maserati Levante dal portale di Manerba, in provincia di Brescia, e due minuti più tardi da quello di Desenzano. Una fuga proseguita tra misteri e suggestioni, fin quando la moglie Antonella e il figlio di nove anni in viaggio con lui, sono rientrati in Italia in treno. La donna, interrogata, non ha mai dato indicazioni, e neppure il figlio – in audizione protetta – è riuscito a fornire indizi utili alla cattura del padre.
Chi ha tradito Giacomo Bozzoli, il rientro in Italia e il nascondiglio in casa
Ma ieri la sua latitanza si è interrotta. “Vi prego, fatemi vedere mio figlio”. Le prime parole di Bozzoli ai carabinieri, dopo essere stato ritrovato rannicchiato nel cassettone del letto matrimoniale di casa sua. Già perché la sua fuga era passata da dove era iniziata. A Soiano sul Lago di Garda. Localizzato all’alba di ieri e catturato alle sei del pomeriggio. Il procuratore ricostruendo le tappe della fuga, ha ipotizzato che Bozzoli sia partito dalla Spagna 3-4 giorni dopo la compagna per fare rientro in Italia. A sud della Penisola Iberica era stato fotografato in un hotel di Marbella, l’Hard Rock. Oggi potrebbe spiegare le tappe del suo percorso, in cui ha lasciato poche tracce ed è riuscito a sfuggire a tutti. La versione più plausibile resta quella del rientro con la famiglia, in stazione, a Milano, da cui poi si è separato per raggiungere la sua villa e rimanere lì per giorni, nascosto. Ma il Corriere della Sera fornisce attraverso una fonte un dettaglio di non poco conto. Pare che sia stato lui stesso a tradirsi, a commettere un errore, una leggerezza che “ha reso possibile rintracciarlo”. I militari infatti avevano riempito la casa di cimici, e ascoltato conversazione sospetta. Bozzoli è stato trovato con la barba lunga, e con sé 50 mila euro in contanti in un borsello.
La storia di Giacomo Bozzoli, l’omicidio dello zio Mario
Condannato all’ergastolo per omicidio. Il giorno che è costato il carcere a vita a Giacomo Bozzoli è l’8 ottobre 2015. Giacomo litigò con zio Mario 52 anni, e lo uccise gettandolo nel forno della fonderia di famiglia, a Marcheno, vicino Brescia. Fu una fumata anomala a bloccare l’impianto. Era convinto che lui intralciasse i suoi progetti di lavoro e di guadagni. Un rapporto di odio di cui non si faceva mistero. Secondo i giudici di appello, Giacomo Bozzoli aveva un “odio ostinato e incontenibile” nei confronti dello zio, che era titolare della fonderia al 50% con il padre di Giacomo, Aldo, tanto da ritenere la vittima “colpevole sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali”. Ma nel caso rientra anche la morte dell’operaio Giuseppe Girardini, addetto al forno, che si suicidò ingerendo una capsula di cianuro. Secondo la procura aveva il ruolo di complice nell’omicidio: fu una delle ultime persone ad aver visto Mario Bozzoli in vita. Teste chiave del processo, l’ex fidanzata Jessica: “Mi disse che avrei dovuto prender la sua auto e percorrere l’autostrada in modo che il telepass rilevasse il passaggio”. Un depistaggio. Lui nel frattempo avrebbe ucciso lo zio.
Bozzoli continua a dichiararsi innocente
La storia proseguì in tribunale, poi in appello, dove alcune giorni fa è stata confermata la condanna a Bozzoli all’ergastolo per omicidio aggravato. La sentenza del carcere a vita è diventata definitiva lunedì 1 luglio. Ma di lui nessuna traccia. Il pericolo di fuga non gli era stato mai contestato: “Bozzoli è sempre stato disponibile e reperibile. Altrimenti avremmo agito in modo diverso – ha dichiarato il magistrato Pier Luigi Maria Dell’Osso -. Nell’ultima settimana, magari, in previsione della sentenza fissata in Cassazione, si è portati a ritenere che fosse in qualche modo monitorato”; e anche lunedì scorso, durante all’udienza Roma, suo padre Adelio e fratello di Mario si era detto convinto che Giacomo fosse alla casa sul lago. Bozzoli continua a dichiararsi innocente, lo ha ribadito anche ieri sera, davanti ai carabinieri.
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