Annunciati i cinque finalisti del Premio Campiello. La Giuria di Letterati presieduta da Walter Veltroni si è riunita oggi a Padova e ha votato le opere della cinquina. Il premio letterario nato da un’iniziativa degli industriali del Veneto nel 1963 e ispirato alla commedia di Carlo Goldoni Il campiello è arrivato alla sua 60esima edizione. Quella dell’anno scorso era stata vinta da Giulia Caminito con il romanzo L’acqua del lago non è mai dolce edito da Bompiani.

Le cinque opere scelte sono:

La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini di Antonio Pascale edito da Einaudi

Nova di Fabio Bacà edito Adelphi

Stradario aggiornato di tutti i miei baci di Daniela Ranieri edito da Ponte alle Grazie

I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni edito da Sellerio

Il Tuffatore di Elena Stancanelli edito da La nave di Teseo

La cerimonia di selezione si è tenuta nell’Aula Magna Galileo Galilei di Palazzo Bo, storica sede dell’Università che quest’anno festeggia 800 anni dalla fondazione. Oltre 350 i libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico poi passati a 78. Una trentina i titoli presi dalla Giuria dai quali è poi scaturito il verdetto finale. Al primo turno è passato con 7 voti Pascale, al terzo con 8 voti Bacà, al quinto turno con 7 voti Raineri, Al settimo con 7 voti Zannoni e al ballottaggio Stancanelli con 7 voti.

Si passerà ora al giudizio della giuria dei lettori che annuncerà il vincitore il 3 settembre al Teatro La Fenice di Venezia dove il Campiello ritorna dopo due anni. La serata sarà trasmessa in diretta su Rai5 e sarà condotta da Francesca Fialdini e Lodo Guenzi. Il vincitore sarà selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale. Il premio Opera prima è stato intanto assegnato a Altro nulla da segnalare di Francesca Valente edito da Einaudi.

“Il romanzo di Francesca Valente reinventa letterariamente – a partire da un’esperienza reale degli anni Ottanta – il mondo dei pazienti psichiatrici portando nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero uno sguardo straniante e sdoppiato: quello della voce narrante e quello dei rapporti stesi dagl’infermieri, presentati come veri referti documentari. Il risultato è un congegno dalla struttura e dal ritmo inusuali. Sono due punti d’osservazione dei quali l’autrice sa gestire in modo sapiente gli scarti, le convergenze, le perplessità e la dolente e paradossale normalità, aprendo interrogativi profondi sul confine tra salute e infermità, tra disagio e appagamento, tra vicinanza dei curanti e indifferenza del mondo”, la motivazione letta dal presidente della giuria Veltroni.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.