Le luci della ribalta spesso ti si ribaltano contro. Fare politica è complicato, essere un personaggio pubblico è complicato, avere un riflettore sempre puntato sul viso è complicato e spesso fa sudare e tante volte illumina zone della tua vita che avresti preferito rimanessero nell’ombra. Dietro un sipario. Lo capisco.
E però se tu quel riflettore lo stuzzichi e te lo punti sempre addosso, non è che poi te la puoi prendere con chi guarda le cose illuminate. O no?

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ripeto: presidente del Consiglio, non amministratrice del condominio di un palazzo nel paese di Duino Aurisina, si lamenta della morbosa curiosità che gli altri tutti hanno verso la sua vita: «Ognuno ha bisogno della sua dimensione di normalità, privata, che a me viene tolta. Ogni sabato e domenica trovo sotto casa fotografi che mi seguono e non è facile perché io ho scelto di fare politica, se avessi voluto partecipare al Grande Fratello lo avrei fatto, io invece non voglio rinunciare alla mia normalità. Sto lottando con tutta la mia volontà per rimanere la persona che ero prima, nonostante questa attenzione morbosa che vedo ogni giorno». Lei ha scelto di fare politica, appunto. Guida un paese, e no, non è Duino Aurisina.

“Se ti stai candidando per la presidenza degli Stati Uniti d’America, vuol dire che, per definizione, hai rinunciato alla tua privacy; le persone vorranno sapere tutto ciò che hai fatto nella tua vita e per cosa sei pronto a batterti”. Lo disse parecchi anni fa un presidente, Barack Obama, lo cita oggi Luigi Di Gregorio, il più bravo degli spin doctor della destra italiana, nel suo ultimo libro War Room. E soprattutto lei, quel riflettore (giustamente eh, perché per racimolare voti devi essere popolare e per essere popolare devi farti conoscere, esporti. Per questo i comizi si fanno in piazza e non nel salotto di casa…) se l’è puntato addosso spesso.

Annunciò la sua gravidanza dal palco di un comizio, ha lasciato Giambruno con un lungo post sui social che Chiara Ferragni ha preso carta e penna per imparare la lezione, condivide scatti della sua vita da mamma, della sua famiglia. Si fa intervistare da Diletta Leotta che conduce un programma (volutamente non utilizzo aggettivi) dal nome “mamme dilettanti” e racconta il compleanno di Ginevra, l’unicorno, come si comporta con lei quando deve andare via per lavoro. Se butti sangue in mare, gli squali si avvicinano. Non tutti attaccano, certo, ma alcuni sì.

La stampa è un po’ così. Senza considerare la retorica del “la gente mi conosce come Giorgia, mi fermano per strada e mi danno del tu”. Ecco, la normalità conquista, tutti i divi più amati sono amati perché non se la tirano e non fanno gli snob con i fan. La sua strategia è giusta, è vincente. E infatti è la presidente del Consiglio. Il Grande Fratello lo ha voluto lei, ci risparmiasse la grande manfrina del volevo essere popolare, ma non così tanto.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.