Molti mesi fa il Tribunale di Verbania decise di escludere la dott.ssa Ceriotti dal normale avvicendamento per l’assegnazione dei fascicoli di competenza dell’Ufficio Gip, per destinarla allo smaltimento degli arretrati. Si ragionò subito, e giustamente, su cosa sarebbe accaduto al rientro da questo distacco, perché la regola generale prevede che il giudice titolare riacquisti l’assegnazione del fascicolo temporaneamente assegnato al supplente.

In un incontro ad hoc con la Camera Penale locale si convenne, prudentemente, che si sarebbe derogato a quella regola, che avrebbe altrimenti paralizzato la normale operatività dell’Ufficio. D’altronde questa è la prassi seguita ovunque, perché anche uffici di maggiori dimensioni verrebbero paralizzati dalla evenienza che più gip si siano occupati dello stesso fascicolo. Chi infatti abbia svolto funzioni di gip durante le indagini, magari decidendo di misure cautelari, non può poi assumerne la funzione di Gup, cioè non potrà ovviamente celebrare l’udienza preliminare per ragioni di incompatibilità; e non ci sono magistrati in numero sufficiente, certamente non a Verbania, per reggere una simile complicazione.

Dunque la incredibile decisione del Presidente del Tribunale di Verbania di sollevare la dott.ssa Banci Buonamici dal proprio ruolo di supplente, mentre per di più stava per materialmente depositare una decisione su una istanza difensiva avversata dalla Procura, disapplica quell’accordo. E lo fa solo con la dott.ssa Banci e solo per quel fascicolo. Per noi penalisti -piemontesi e non- tanto basta ed avanza per pretendere una risposta chiara, semplice e veloce sul perché una simile vicenda sia accaduta. Ci viene da sorridere, ma anche da indignarci, nel leggere tonitruanti ed anche un po’ minacciosi comunicati provenienti da Uffici della Pubblica Accusa, che si sentirebbero addirittura oltraggiati da una nostra banale considerazione.

Abbiamo detto che non sappiamo ancora (e sottolineo: ancora) se uffici o magistrati inquirenti abbiano in qualche modo operato una moral suasion sul Presidente del Tribunale di Verbania perché questa giudice un po’ troppo indipendente dall’Accusa e scandalosamente equidistante dalle parti processuali venisse accantonata, essendo supplente. Desideriamo saperlo, ci auguriamo di tutto cuore che non sia vero perché sarebbe una vergogna indecente, e non desisteremo dal pretendere di saperlo. Ma pretendere che il Presidente dei penalisti italiani e la Giunta che egli si onora di presiedere non possano dire, nell’Italia del 2021, che una simile evenienza, se pure non fosse vera, è straordinariamente verosimile, beh è davvero troppo.

Facciamo questo mestiere da troppi anni, occupandoci anche di vicende di una discreta complessità e delicatezza. Costituisce esperienza quotidiana quella di percepire e spesso materialmente constatare, sulla pelle dell’imputato, la forza pressante con la quale vicende giudiziarie di delicato rilievo mediatico o politico vengano seguite dalla Pubblica Accusa ben oltre gli ambiti ed i confini della propria competenza funzionale. E quale sia il peso politico degli Uffici di Procura sulla libera determinazione della giurisdizione è sotto gli occhi di tutti, e viene anzi spesso ostentato e quasi rivendicato. Quindi siamo bellamente indifferenti a quanti ci ammoniscono perché osiamo ritenere verosimile – e speriamo presto di capire se vero- che l’Accusa abbia operato a Verbania, cogliendo maldestramente la imperdibile opportunità della supplenza della dott.ssa Banci, per togliere quella inchiesta ad un giudice che osa amministrare giustizia senza i soliti ossequiosi riguardi per l’incedere trionfale ed in favore di telecamera, della salvifica opera del Pubblico Ministero.

Aggiungo che un po’ di umiltà, senso della misura e prudenza, non guasterebbero in questa vicenda, tutta ancora da raccontare. Questa è l’Italia delle carriere comuni, non separate tra magistratura inquirente e giudicante, ed è l’Italia che vogliamo combattere, senza arretrare di un passo. Intanto, è giunto il momento -perché la misura è colma- che la Politica rialzi la testa, e si faccia governo delle cose, senza timori reverenziali ed ancillari. Pende avanti la Commissione Affari Costituzionali la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare dell’Ucpi sulla separazione delle carriere, quella vera: facciamo ripartire da questa grande riforma costituzionale il riscatto dello Stato di Diritto nel nostro Paese.

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