Un’organizzazione articolata. Con vedette, pusher e auto dedicate al trasporto dei clienti. Lo spaccio avveniva tra i chioschi a ridosso del cimitero di Prima Porta e la stazione di Montebello. Nel giro di spaccio sono coinvolte 22 persone, tra cui due carabinieri e un poliziotto che risultano indagati nell’operazione antidroga condotta questa mattina dai carabinieri della stazione di Prima Porta, della Compagnia di Roma Cassia e i poliziotti del commissariato della sezionale Flaminio Nuovo. A coordinare le indagini è stata la direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma la cui richiesta di misure cautelari per 22 indagati è stata accolta dal gip del tribunale capitolino. Delle 22 persone indagate, 11 sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti al divieto di dimora nel comune di Roma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il gruppo è ritenuto responsabile, a vario titolo, di associazione finalizzata all’illecito traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, detenzione e porto illegale in pubblico di armi e di munizionamento, furto aggravato.
OPERAZIONE CLEOPATRA
L’indagine, denominata «Cleopatra» per via delle origini egiziane della maggior parte degli indagati, ha avuto origine dalle risultanze di pregresse attività di polizia giudiziaria, è stata avviata nel febbraio 2018 e condotta congiuntamente da Polizia e Carabinieri e ha riguardato un’articolata organizzazione criminale costituita prevalentemente da soggetti di origine nord africana (in particolare egiziani) e italiana, al cui vertice vi era un cittadino egiziano. L’organizzazione operava in particolare nel settore dello spaccio di cocaina nei pressi dell’ingresso del Cimitero Flaminio, presso il banco di fiori numero 14, con punte di 400 spacci giornalieri, utilizzato dagli indagati come una delle basi logistiche per l’attività del gruppo criminale.
ACCOMPAGNATORI E VEDETTE
Le modalità operative degli spacciatori erano ben collaudate: i consumatori, infatti, per lo più in auto e senza nemmeno scendere dai mezzi, si avvicinavano a soggetti che apparentemente si occupavano della vendita dei fiori, pagavano il dovuto e ricevevano la quantità di droga richiesta. I pusher prelevavano la droga dai vasi dei fiori, dall’aiuola adiacente al banco di vendita o dalla boscaglia adiacente la via Flaminia, in corrispondenza del banco dei fiori. Negli orari serali e notturni, i consumatori venivano accompagnati presso la rotatoria della stazione ferroviaria «Montebello» dove, ad attenderli, al di là di una rete metallica e camuffati dalla fitta vegetazione, vi erano altri pusher di turno che consegnavano direttamente lo stupefacente all’acquirente, questa volta costretto a scendere dal proprio mezzo. Per agevolare la vendita della droga venivano addirittura utilizzate due utilitarie, per accompagnare i «clienti» nei pressi dello spacciatore di turno.
IL BANCO 14 BASE LOGISTICA
In seguito, tale modalità operativa, anche a causa degli interventi delle Forze di Polizia succedutisi nel tempo, era stato perfezionato, utilizzando sempre il banco dei fiori numero 14 come base logistica, ma spostando l’attività di spaccio su via Flaminia e sul controviale, nonchè presso un bar macelleria. I profitti derivanti dallo spaccio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, potevano addirittura raggiungere punte di 20 mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend. L’associazione si avvaleva anche di tre appartenenti alle Forze di polizia che avrebbero fornito informazioni riservate al fine di assicurare la prosecuzione delle attività di vendita e di consentire al gruppo criminale di eludere investigazioni o gli interventi delle Forze dell’Ordine. L’indagine è stata condotta avvalendosi di intercettazioni telefoniche e ambientali, unite ad una intensa attività di pedinamento e osservazione a distanza, anche con l’ausilio di foto-video riprese. Nel corso dell’indagine, sono stati arrestati 23 persone in flagranza di reato; denunciate 23 persone in stato di libertà; segnalati amministrativamente 80 soggetti alla Prefettura per uso personale di sostanza stupefacente; sequestrati complessivamente circa 2 chili di cocaina.

Sofia Unica

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