Le indagini sull'incidente
Ciro Immobile, il giallo dell’incidente col tram e i dubbi sulle testimonianze: in tre rischiano l’accusa di falso
La ricostruzione di quanto accaduto domenica mattina in piazza delle Cinque Giornate a Roma, dove 12 persone tra le quali il bomber della Lazio Ciro Immobile, le due figlie di 10 e 8 anni, un macchinista di un tram Atac e otto viaggiatori sono rimaste ferite (tutti fortunatamente con prognosi inferiori ai dieci giorni) nello scontro tra il Land Rover Defender del calciatore e il mezzo pubblico si complica ulteriormente.
Questo perché le versioni dell’attaccante del club di Lotito e del macchinista M.V., 55 anni, non cambiano affatto. Quest’ultimo, assistito da un avvocato, ha spiegato alla polizia municipale che il tram è stato colpito dall’auto “dopo che ero partito con il semaforo verde, ci è arrivata addosso come un missile”, le parole riportate dall’edizione romana del Corriere della Sera. Il bomber della Lazio, assistito dal legale Erdis Doraci, sostiene invece che il mezzo pubblico sia “passato col rosso”.
A sostegno della versione di Immobile ci sarebbero le testimonianze di almeno tre persone. Eppure, come sottolinea oggi l’edizione romana del Corriere della Sera, la polizia municipale del I Gruppo Prati delegata alle indagini ha seri dubbi sull’attendibilità dei testi, anche se non è chiaro se siano gli stessi che hanno contattato la difesa di Immobile: per questo potrebbero essere sentiti nuovamente e, nel caso dovessero rimanere le contraddizioni nei loro racconti, rischierebbero la denuncia per false dichiarazioni.
Testimonianze su cui poggia anche la ‘difesa’ di Immobile, rappresentato dal suo legale Erdis Doraci. Nei giorni scorsi ha svolto con un professionista una perizia sul funzionamento dei semafori in quella piazza, che la Roma servizi per la mobilità ha assicurato fossero perfettamente funzionanti al momento dell’incidente. “Uno dei testimoni ha riferito di aver assistito al passaggio dell’auto del mio assistito sul lungotevere delle Armi mentre si trovava fermo con il semaforo rosso su ponte Matteotti. Questo vuol dire, secondo la sequenza delle luci nel luogo dell’incidente, che sicuramente Immobile è transitato con il verde e che il semaforo che impegna il tram, ovvero quello successivo, era rosso”, spiega Doraci.
Al vaglio anche il racconto di chi avrebbe visto il macchinista, fermo al rosso, alzarsi dal suo posto di guida per aiutare una passeggera a obliterare il biglietto.
Secondo gli esperti del sito Cityrailways, la Land Rover del calciatore quando ha colpito il tram viaggiava almeno a 80 chilometri orari. Il dato al momento non è confermato dalle autorità, che hanno disposto una perizia sul veicolo e sul tram. Ipotesi dell’alta velocità smentita dall’avvocato del bomber della Lazio: “Non è vero, andava entro i limiti – sostiene ancora il legale -, l’impatto c’è stato perché si è trovato davanti il tram all’improvviso. Il convoglio si è spostato non per la violenza dell’urto, ma perché colpito in una parte debole, vicina alla cabina di guida che lo ha sospinto fuori dai binari, in quel punto larghi appena quattro centimetri”.
Sempre ieri Immobile ha postato sui social uno scatto assieme alla famiglia, comprese le due figlie rimaste coinvolte nell’incidente di domenica e tornate a casa dopo il ricovero. “Grazie per tutti i messaggi pieni d’amore che ci avete mandato e soprattutto grazie ai dottori agli infermieri che in questi giorni hanno fatto il possibile per farci stare bene. Possiamo dire che il peggio è passato vogliamo solo dimenticare e andare avanti e ringraziare Dio per aver protetto le mie bimbe, me e tutte le persone coinvolte“, il messaggio del calciatore.
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