Sulla notizia del presunto decesso di Mino Raiola, interviene Alberto Zangrillo primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele che commenta le voci sullo stato di salute del procuratore 54enne ricoverato: “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”. A quanto apprende l’Ansa, le condizioni di Raiola sono molto gravi

Il mondo del calcio vive ore di forte apprensione per le condizioni di salute di Mino Raiola (all’anagrafe Carmine Raiola), il super procuratore sportivo scomparso giovedì 28 aprile all’età di 54 anni. Nato a Nocera Inferiore (Salerno) il 4 novembre del 1967, poi emigrato dopo pochi anni con la sua famiglia ad Haarlem, in Olanda, Raiola era stato ricoverato d’urgenza nel gennaio scorso ma successivamente le notizie sulle sue condizioni di salute sono rimaste sempre riservate.

Fino ad oggi, quando poco dopo le 13, è stata diffusa la notizia di un peggioramento del suo quadro clinico. Lo scorso 12 gennaio era stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano ma il suo staff aveva smentito il trasferimento in terapia intensiva e l’operazione d’urgenza oltre alle voci di una presunta malattia polmonare non legata al covid. Lo staff di Raiola aveva parlato di controlli programmati e anche Alberto Zangrillo, Primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare, aveva sottolineato come l’intervento fosse in programma da tempo, ma la Bild annunciò che Raiola era ricoverato in terapia intensiva e che le sue condizioni si erano seriamente aggravate.

“Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembra anche che siano in grado di rianimarmi” è il tweet pubblicato sul social di Mino Raiola.

Forbes aveva inserito Raiola nel 2020 al quarto posto al mondo tra gli agenti di tutto il mondo con un fatturato da 84,7 milioni di dollari e con un giro di affari chiusi per un valore di 847,7 milioni. Raiola ha assistito giocatori del calibro di Ibrahimovic, Haaland, Donnarumma, Pogba, Verratti, Balotelli, Mikhitaryan e De Ligt.

Raiola era cresciuto in Olanda, dove si era trasferito con la famiglia negli anni ’60. La famiglia aveva aperto una pizzeria e lui lavorava da cameriere. Aveva sempre voluto, fin da bambino, lavorare nel mondo del calcio. Ha cominciato con le giovanili dell’Haarlem, con i calciatori olandesi. Parlava sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. “Ma quando penso, penso in dialetto campano: è più veloce”. Aveva avuto due figli con la moglie.

seguono aggiornamenti

 

Redazione

Autore