Quel flash mob in piazza del Plebiscito, diventato poi di fatto un concerto, era abusivo, ma “gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in ordine quanto alla sussistenza dei fatti ovvero che i fatti costituiscano reato”.

Per questo la procura di Napoli ha chiesto al gip l’archiviazione per il cantante neomelodico Tony Colombo e gli altri 8 indagati coinvolti nell’inchiesta sul mini concerto tenuto il 25 marzo 2019 da Colombo alla vigilia delle sue nozze con Tina Rispoli, sua attuale moglie e vedova di Gaetano Marino, ucciso in un agguato di camorra a Terracina nel 2012.

I pm titolari dell’inchiesta, Vincenzo Marra e Maurizio de Marco, hanno chiesto l’archiviazione del procedimento perché “gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in ordine alla sussistenza dei fatti. Ovvero che i fatti costituiscano reato”.

Con Tony Colombo erano indagati anche il fratello dell’ex sindaco di Napoli Claudio de Magistris, due ufficiali della polizia Municipale (il capitano dell’Unità operativa di Chiaia Sabina Pagnano e Giovanni D’Ambrosio), i tre vigili urbani di pattuglia quella sera; l’allora staffista della segreteria del sindaco Sarah Terracciano e una dipendente comunale.

La Procura scrive nel chiedere l’archiviazione nei confronti degli indagati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, che “risulta provato che l’evento, nei termini in cui effettivamente poi si è svolto, non fosse autorizzato. Non vi è invece sufficiente piattaforma probatoria che ciò sia avvenuto nella consapevolezza piena sia delle autorità preposte ai controlli amministrativi preventivi e durante l’evento”.

Secondo quanto ricostruito dai pm sia de Magistris jr che la staffista Terracciano, oltre alla dipendente comunale che aveva mantenuto la ‘corrispondenza’ con l’entourage del cantante, così come i vigili urbani coinvolti, non erano a conoscenza che il flash mob autorizzato si sarebbe poi trasformato in un concerto vero e proprio.  “Rimane infatti aperta la possibilità – si legge nell’atto di archiviazione – sulla scorta degli atti qui utilizzabili, che Claudio de Magistris non sapesse, pur se poteva sospettare, che Colombo voleva piazza del Plebiscito per una manifestazione canora vera e propria senza affrontare l’iter autorizzativo e le conseguenti spese”.

Redazione

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