Lo scenario
Concessioni balneari, sulle spiagge libere i conti non tornano e l’UE bacchetta l’Italia

La Commissione europea ha inviato un parere motivato all’Italia sulle concessioni balneari per “violazione della direttiva servizi e del trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, rilanciando di fatto la procedura d’infrazione contro l’Italia.
Anche il governo Meloni ha evitato di adeguarsi alla direttiva Bolkestein, e ha rinnovato le concessioni automatiche dei balneari al 2024. Mentre il governo Conte le aveva rinnovate al 2033. Decisione contestata sia dalla Commissione europea, che ha appunto aperto infrazione, che dal Consiglio di Stato.
Le spiagge libere
Il governo Meloni poi, nel tentativo di aggirare la commissione, ha istituito un tavolo a palazzo Chigi con tutti i balneari che, guarda caso, dopo un “attento” monitoraggio, è giunto alla conclusione che in Italia il 70 per cento delle spiagge è libero, e quindi solo quello andrà messo a gara, conservando le concessioni del 30 per cento occupato. Ovviamente per arrivare a queste cifre, a Palazzo Chigi hanno inserito tra le spiagge libere anche dirupi, promontori e rive irraggiungibili. Un tentativo di presa in giro per tutelare i privilegi di una corporazione, che la commissione col parere di ieri non si è bevuta.
Il rischio della sanzione
Adesso il governo proverà a trattare, ma non si vedono buoni propositi da parte delle forze di maggioranza per indietreggiare rispetto alle promesse di questa piccola ma potentissima lobby che da anni fa valere i propri interessi a danno della concorrenza, del mercato, del turismo, e dei cittadini. E quindi, esattamente come è stato per gli aiuti di stato Alitalia, se il governo non mette a gara le spiagge (che non significa toglierle a chi c’è già), sicuramente pagheremo una multa salata per l’infrazione comunitaria. Che però non pagheranno i balneari, o i politici che fino ad oggi li hanno difesi. Ma tutti i contribuenti italiani. Se invece per una volta pagasse di tasca propria chi ha commesso l’errore di tutelare una minoranza a danno di tutti gli altri, forse questa ennesima tassa ce la risparmierebbero.
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