“Sarebbe semplice dal punto di vista del consenso riaprire tutto ma questo è un piano che pensa al benessere generale anche a costo di essere impopolari: non è un piano elettorale destinato a riscuotere consenso“. Così il premier Giuseppe Conte risponde, in aula alla Camera, alle proteste dell’opposizione, Lega in primis, che chiedono misure meno stringenti per l’emergenza coronavirus.

Dopo l’apertura della Calabria, che da oggi consente a bar, pizzerie, ristoranti e altre attività commerciali di consegnare non solo cibo d’asporto ma anche di servire i propri clienti all’aperto, e le proteste dei Governatori di centrodestra, il presidente del Consiglio precisa: “Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”.

“Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e per questo non ha mai inteso procedere in maniera estemporanea. Si sono sempre considerati tutti i valori coinvolti, con un accurato bilanciamento” ha spiegato Conte che sottolinea come questa nuova fase “sarà di convivenza con il virus e non di liberazione. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti. Il nostro Paese ha combattuto duramente. Abbiamo dovuto via via affrontare il dolore, con una tendenza incrementale che sta manifestando i segnali di inversione solo negli ultimi giorni. Altrettanto dura è la prova affrontata dai nostri operatori sanitari, per la pressione sul sistema sanitario che ha risposto e ha risposto bene”.


Conte annuncia poi un decreto del “ministro della Salute” che “definirà criteri e soglie di allarme in ciascuna area del paese, sulla base del quale si potrà anche concordare un allentamento delle misure restrittive, circoscritto su basi territoriali laddove la soglia epidemica sia meno critica”.

“Non mi sfugge affatto la portata dei rilievi mossi sull’uso del Dpcm. Ritengo che i presidi di garanzia della riserva di legge e del principio di legalità non siano stati trascurati né affievoliti”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in aula alla Camera. “Con la deliberazione del 31 gennaio scorso del Cdm è stato deliberato per sei mesi lo stato di emergenza nazionale da cui derivano precise conseguenze giuridiche come stabilito dal codice di protezione civile, al vaglio della Corte Costituzionale che ha dichiarato legittime misure di carattere straordinario. A questo si sono aggiunti due decreti legge che offrono copertura legislativaUna pandemia come quella che stiamo vivendo non è un fatto che si verifica una volta per tutte ma un processo con una continua e imprevedibile evoluzione”.

“Favoriremo il turismo interno sostenendo le imprese e fornendo un incentivo, un bonus, da spendere nelle strutture ricettive del Paese” ha poi aggiunto il premier.

“LA DISTINZIONE TRA DOXA ED EPISTEME”

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