Giuseppe Conte torna a parlare in una intervista a quattro mesi da quando ha lasciato Palazzo Chigi e il ruolo di presidente del Consiglio, preso dall’ex numero uno della Bce Mario Draghi. L’avvocato pugliese dalle colonne del Corriere della Sera commenta la svolta avvenuta sabato, quando il Movimento 5 Stelle ha trovato l’accordo con l’associazione Rousseau sui dati degli iscritti, ‘tornati’ ai pentastellati dopo la lunga querelle con Davide Casaleggio, che ha strappato al Movimento un accordo per chiudere la vicenda con un pagamento di 250mila euro, evitando le vie legali, rischio vicino dopo la sentenza del Garante della privacy.

IL MOVIMENTO DI CONTE – Conte parla già da leader in pectore del Movimento, carica che rivestirà ufficialmente solo dopo l’approvazione di un nuovo Statuto da parte degli iscritti. Ma il sentiero del nuovo Movimento è già segnato e lo spiega lo stesso ex premier: “Avrà un respiro più ampio e internazionale, sarà in costante dialogo con la società civile e con tutte le componenti sane del Paese. Allargheremo il nostro raggio di azione a tutti i ceti produttivi, anche a quelli a cui in passato non abbiamo guardato con la dovuta attenzione. Penso a tutta la filiera dei servizi, al commercio, alle piccole e medie imprese, ai lavoratori autonomi, ai professionisti”.

La figura di Beppe Grilo invece, sarà ben chiara: “Nel nuovo Movimento sarà ben chiara la figura del garante e questa figura non può non essere Grillo, presenza insostituibile”. Altro totem grillino è il limite del secondo mandato, questione che però “non è nel nuovo statuto, sarà risolta in seguito con il nuovo codice etico e la discussione sarà fatta in modo trasparente coinvolgendo anche gli iscritti”, spiega Conte.

IL DUALISMO CON DI MAIO – Quanto al rapporto con Luigi Di Maio, ex leader politico dei 5 Stelle e che le cronache politiche danno come suo ‘rivale’ interno, secondo Conte il dualismo è presente solo sui giornali, mentre “in realtà abbiamo sempre lavorato proficuamente fianco a fianco e siate certi che Luigi darà il suo contributo fondamentale anche al nuovo Movimento”

Un dualismo con Di Maio motivato anche dalle posizioni diverse sull’operato dell’esecutivo Draghi, con il ministro degli Esteri sempre più “di governo”, piuttosto che “di lotta”, mentre i retroscena vedono l’avvocato pugliese più dubbioso.

IL RAPPORTO CON DRAGHI – Dubbi confermati nell’intervista al Corriere, dove Conte sottolinea che “alcune decisioni hanno scontentato i cittadini e suscitato perplessità, penso al sostegno alle imprese, ad alcuni indirizzi in materia di tutela dell’occupazione e di transizione ecologica. Disorientamento hanno provocato anche il condono fiscale e adesso l’emarginazione dell’Autorità anticorruzione. È normale che il disagio dei cittadini si ripercuota anche sulla forza che conserva la maggioranza relativa in Parlamento”.

Ma il Movimento, aggiunge Conte, vuole essere “protagonista anche della ripartenza”, dopo aver lavorato “per la tenuta del Paese durante le fasi più acute della pandemia”. Per questo i parlamentari grillini saranno “leali e costruttivi” ma “senza rinunciare ai nostri valori e alle nostre battaglie”.

LE NUOVE SCELTE DEL GOVERNO – L’arrivo a Palazzo Chigi di Draghi ha comportato scelte di forte discontinuità rispetto al governo Conte II, in particolare col defenestramento di alcuni uomini vicini all’avvocato pugliese: da una parte l’ex capo dei servizi segreti Gennaro Vecchione, sostituito da Elisabetta Belloni; dall’altra l’addio di Domenico Arcuri alla guida della struttura commissariale per l’emergenza Covid, rimpiazzato dal generale Francesco Paolo Figliuolo.

Sulla nomina al Dis, per Conte “sono scelte che rientrano nelle prerogative del premier, il dibattito su continuità e discontinuità non mi appassiona, non vivo la politica sulla base di personalismi”, prova a svicolare l’ex premier.

Su Arcuri invece Conte rivendica che l’ex commissario “ha fatto un lavoro straordinario nonostante critiche ingenerose e spesso strumentali, ha permesso all’Italia di partire con il piede giusto nella fase in cui dovevamo fare i conti con la mancanza dei vaccini e comunque anche allora eravamo tra i primi in Europa. La situazione oggi è molto diversa, Figliuolo e le Regioni stanno efficacemente completando la campagna vaccinale”.

CASALEGGIO E GLI EX 5S FUORIUSCITI – Utilizza parole ben più ‘morbide’ della controparte l’ex premier sul rapporto con Davide Casaleggio, che subito dopo aver firmato l’accordo col Movimento ha annunciato il suo addio ai 5 Stelle, ‘cannoneggiando’ contro la deriva presa dal ‘partito’ fondato dal padre Gianroberto.

Ma Conte spiega di aver “grande rispetto per Casaleggio, padre e figlio. Bisogna avere rispetto per la propria storia, non ci può essere futuro senza radici. Partiremo dai valori fondativi come trasparenza, partecipazione, condivisione e saremo ancora più innovativi sulla lotta alle diseguaglianze sociali, l’attenzione ai bisogni delle famiglie e delle imprese”.

Quanto agli ex 5 Stelle fuoriusciti, Conte riconosce che l’appoggio al governo Draghi è stata “una scelta difficile e io ho rispetto per chi si è allontanato”, ma il Movimento “non poteva volgere le spalle alla sofferenza degli italiani, quella scelta andava compiuta e io ho subito posto le condizioni perché partisse il nuovo governo e si completassero campagna vaccinale e Pnrr”. Su Di Battista, leader dell’ala più barricadera dei grillini, Conte lo definisce “un ragazzo leale e appassionato, adesso è in partenza per l’America Latina ma quando tornerà ci confronteremo e valuteremo le ragioni per camminare ancora insieme”.

LE SUPPLETIVE A ROMA – L’ex premier chiude anche all’ipotesi di una sua candidatura alle suppletive per il seggio alla Camera che si terranno a Roma. Conte spiega infatti di non potere assumere impegni con i romani “che non potrei mantenere. Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento. Un seggio in Parlamento è un onore ma sarebbe un disonore lasciarlo sistematicamente vuoto”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia