Casaleggio lascia il Movimento
5 Stelle e Rousseau, accordo raggiunto: Conte parla già da leader e annuncia assemblea e nuovo statuto
L’accordo tra Davide Casaleggio e la sua Associazione Rousseau e il Movimento 5 Stelle è ormai cosa fatta. La diatriba che vede opposti il figlio del co-fondatore Gianroberto e i pentastellati sulla gestione dei dati degli iscritti alla piattaforma online che ‘gestisce’ la vita interna al Movimento è a un passo dal concludersi.
ROUSSEAU SOSPENDE LE FUNZIONI – Gli ultimi segnali sono arrivati nel pomeriggio odierno. Sul sito rousseau.movimento5stelle.it è comparso infatti una nota evidente in cui si comunica agli utenti che “per ragioni di carattere tecnico, sono temporaneamente sospese le funzioni operative della piattaforma Rousseau, seguirà nuova comunicazione non appena le funzionalità saranno ripristinate”.
Di fatto si tratta di un avvertimento che precede la trasmissione dei dati ai Cinque Stelle, segno dell’accordo raggiunto tra Casaleggio e Movimento per evitare azioni legali dopo la sentenza del Garante della privacy che aveva intimato a Rousseau di consegnare i dati.
L’associazione di Casaleggio, secondo le indiscrezioni, otterrebbe dai grillini circa 250mila euro sui 450mila richiesti, la stima di Casaleggio dei mancati versamenti dei parlamentari Cinque Stelle alla piattaforma.
CONTE PRONTO ALLA LEADERSHIP – Col passaggio dei dati al Movimento, i pentastellati potranno essere in grado di convocare l’assemblea degli iscritti per modificare lo statuto e ‘incoronare’ nel breve periodo l’ex premier Giuseppe Conte come leader.
E proprio l’ex presidente del Consiglio è tornato a parlare, via social, altro segnale evidente che la ‘trattativa’ è ormai conclusa. L’avvocato pugliese parla di “tempo dell’attesa e dei rinvii finito”, col Movimento che “entra, forte delle sue radici, in una nuova storia” perché “finalmente in possesso dei dati degli iscritti”.
L’ex premier spiega che dopo la sentenza del Garante della privacy si è confrontato direttamente con Casaleggio “e abbiamo trovato una soluzione, che consentisse la partenza di questa nuova fase, mettendo fine alle varie pendenze e onorando i pagamenti. Le strade si dividono ma con pieno rispetto da parte nostra. Casaleggio è un nome che evocherà sempre la storia del Movimento e chi non rispetta la propria storia non rispetta se stesso”.
Dopo un ringraziamento al ‘reggente’ Vito Crimi, Conte annuncia che nei prossimi giorni il suo progetto politico “sarà rivelato e discusso: gli iscritti con il loro entusiasmo e con le loro decisioni saranno il motore principale che ci guiderà in questa avventura”.
Dopo i controlli e le verifiche di rito sui dati che arriveranno da Rousseau, Conte sottolinea che il Movimento presenterà “il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori: sarà aperta una fase per le osservazioni degli iscritti ed entro la fine di questo mese ci sarà la pronuncia con un voto online prima sullo Statuto e successivamente sul nuovo leader del M5S”.
Chiare le “trincee che il Movimento non ha mai pensato di abbandonare” e il “nostro terreno comune” per l’ex premier: la ‘bussola’ grillina sarà composta da “lotta alle disuguaglianze socio-economiche e alla precarietà; vicinanza ai bisogni dei giovani, delle famiglie e delle imprese; l’impegno per un futuro eco-sostenibile, per l’etica pubblica e per rafforzare la legalità contro tutte le mafie”.
CASALEGGIO DICE ADDIO AL MOVIMENTO – Praticamente in contemporanea col post di Conte, Davide Casaleggio sul Blog delle stelle annuncia quindi il suo addio al Movimento 5 Stelle. “Con dolore, al completamento del passaggio dei dati, mi disiscriverò dal MoVimento 5 Stelle come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi”, scrive il figlio di Gianroberto.
Nel suo post non mancano le pesanti accuse ai vertici pentastellati. Secondo Casaleggio “questo non è più il MoVimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre”, mentre per quanto riguarda la battaglia legale di queste settimane per il numero uno di Rousseau “se si cerca legittimazione politica in un tribunale, vuol dire che la democrazia interna è fallita”.
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