Quattro ministri, di cui due senza portafoglio (Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento e Fabiana Dadone alle Politiche Giovanili), e il tentativo di associare al Movimento il fisico Roberto Cingolani, nuovo ministro della Transizione Ecologica.

Polemiche, malumori e tanta delusione all’interno del Movimento 5 Stelle dopo l’ufficializzazione del nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi. La comunicazione del partito pentastellato ha provato a metterci una pezza lasciando intendere ai propri sostenitori la vicinanza di Cingolani al Movimento.

Un tentativo che ha solo gettato altra benzina sul fuoco nonostante gli interventi di un Vito Crimi in versione pompiere. “Il nome di CIngolani è stato indicato da Beppe Grillo in persona e ha competenze enormi” ha sottolineato – così come riporta l’Adnkronos – il capo politico dei 5 Stelle nel corso di una assemblea infuocata dei parlamentari del suo partito.

Sui canali social del Movimento è stata diffusa già da venerdì sera (12 settembre) la fotografia di cinque ministri. Oltre a Luigi Di Maio confermato agli Esteri, Stefano Patuanelli all’Agricoltura e ai già citati Dadone e D’Incà, viene inserita anche l’immagine di Cingolani.

Il fisico milanese, classe 1961, è stato per 15 anni direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) prima di diventare Chief Technology Officer di Leonardo Finmeccanica. A lui Draghi ha affidato il nuovo ministero della Transazione ecologica voluto a gran voce proprio da Grillo che, tuttavia, ne ignorava l’esistenza.

Non contento, il Movimento ha cercato invano di intestarsi anche il ministero guidato da Cingolani che ha sempre mantenuto una distanza di sicurezza dalla politica. In passato infatti lo si è visto ospite della Leopolda di Matteo Renzi e a Vedrò, il think tank creato da Enrico Letta.

Insomma una forzatura che non è piaciuta né ai parlamentari 5 Stelle né all’elettorato. E ancora una volta il pompiere-Crimi ha provato a metterci una pezza attribuendo all’ex comico l’intuizione di Cingolani solo perché  “Beppe Grillo ha sempre pensato a dei tecnici, ha parlato di Catia Bastioli, che ha dato la sua indisponibilità. Ha fatto il nome di De Masi, Mazzucato, Cingolani… Nomi che Beppe in più di una occasione ha veicolato… così come quello dello stesso Giovannini”.

Insomma una rosa ampia di nomi che avrebbero influito sulla scelta finale di Mario Draghi. Peccato però che lo stesso Crimi, sempre nel corso dell’assemblea dei parlamentari grillini, ha così provato a spegnere le polemiche sui Ministeri “light” dati al partito pentastellato, smentendo di fatto quello che aveva detto in precedenza sulla presunta influenza di Grillo.

“Non ci sono state trattative sui ministeri -ha chiarito Crimi –  Ognuno può pensare quello che vuole ma trattative con Draghi non ci sono state. Draghi è un uomo abituato a sapere che un suo sopracciglio alzato fa girare i miliardi. Un senso di riservatezza a cui non eravamo abituati”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.