Era la richiesta principale del Movimento 5 Stelle, la creazione di un “superministero” della transizione ecologica “come lo hanno in Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi”, aveva strillato sul suo blog il fondatore e garante Beppe Grillo.

E Mario Draghi, l’ex numero della Banca centrale europea incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un governo di “alto profilo”, è intenzionato a seguire il “consiglio” grillino, come anticipato dalle associazioni ambientaliste ricevute ieri dal presidente incaricato per le consultazioni, con la presidente del WWF Donatella Bianchi che ha anticipato l’intenzione di Draghi di creare nel futuro esecutivo “il ministero della Transizione ecologica”.

Una notizia che il Movimento 5 Stelle si è subito intestato come una vittoria e utilizzato in chiave strumentale per dare il via al voto sulla piattaforma Rousseau in merito alla fiducia all’esecutivo dell’ex numero uno dell’Eurotower di Francoforte.

Peccato però che questo ministero della Transizione ecologica in Italia ci sia già. Esiste infatti in forma di dipartimento e fa parte del ministero per l’Ambiente guidato da Sergio Costa, ex Generale di brigata dei Carabinieri Forestali entrato in politica proprio con il Movimento 5 Stelle.

 

Il colmo? A guidarlo come dipartimento è un altro Grillo, Mariano. Il dipartimento guidato dal quasi omonimo Grillo si occupa, come si legge dal sito del dipartimento, di “investimenti verdi” e “cura le competenze del Ministero in materia di economia circolare, contrasto ai cambiamenti climatici, efficientemente energetico, miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale ambientale, valutazione e autorizzazione ambientale e di risanamento ambientale”.

Al di là delle facili ironie sui due Grillo, per ora l’unica certezza sul tema del futuro ministero della Transizione ecologica è l’incertezza: attualmente non solo Draghi non ha confermato la creazione del ministero, ma non è chiaro neanche come potrebbe essere strutturato.

Le ipotesi vedono la possibilità di unire i ministeri di Ambiente e Sviluppo Economico, oppure potenziare radicalmente il ministero guidato attualmente da Sergio Costa per fare fronte ai tanti miliardi a disposizione col Next Generation EU. Proprio il piano sul Recovery presentato dal governo Conte prevede di stanziare 67,5 miliardi di euro per l’economia verde e la transizione ecologica, ma è stato pesantemente criticato in questa parte delle stesse associazioni ambientaliste.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia