“Giuseppe Conte che per tanto tempo è stato presidente del Consiglio, anche al di sopra delle sue possibilità, ha finito per il momento la sua carriera politica” – il direttore Paolo Liguori commenta così la presa di posizione d Beppe Grillo dopo la sentenza del Tribunale civile di Napoli che ha sospeso Conte dal ruolo di capo politico del Movimento.

“Beppe Grillo oltre ad aver decretato che Conte, dichiarato fuori legge da un Tribunale, non deve più comparire, ha anche mandato un messaggio che vale per tutto il Movimento: nessuno deve comparire più senza l’autorizzazione del garante”.

Il direttore di Tgcom si chiede se questa decisione valga “oggi o anche a futura memoria”. Occhi puntati dunque sulla durata del diktat di Grillo che “probabilmente varrà per sempre e cioè, finché Conte non sarà eletto in qualche carica istituzionale, non avrà più agibilità politica nei mezzi di informazione, pena finire in scontro con tutto il resto del Movimento che obbedisce a questo diktat del garante Grillo”.

“Non solo, ma anche per le prossime scadenze elettorali non sarà lui a fare le liste” – ha proseguito Liguori – “naturalmente può darsi che a Conte non importi molto di questo, aveva un suo lavoro prima, c’è finito per caso in politica grazie all’accordo tra Salvini e Di Maio e se ne esce e torna a fare il suo lavoro e i suoi affari, perché ne faceva tanti, legittimi, ma abbastanza consistenti”.

Una decisione, quella di Grillo, che cambia le carte in tavola nel mondo della politica, soprattutto per il Pd che “aveva puntato molte carte sull’alleanza con Conte e ancora adesso sta cercando di rimettere in piedi quel rapporto. Purtroppo per il Pd, Conte è sfumato e non solo per l’effetto della sentenza di Napoli, ma soprattutto per l’intervento di Beppe Grillo che ha detto ‘basta’. E se Crimi si azzarda a intervenire e a sostenere quello che ha sostenuto finora, anche Crimi farà la stessa fine perché neppure lui è autorizzato a parlare”.

“Quindi il Movimento cambia faccia, ora torna quella di Grillo e solo di quelli autorizzati da Grillo, e Conte cambia lavoro, torna cioè a fare l’avvocato, non del popolo, quello privato. Conte è esistito forse, certo ora non esiste più”, ha concluso Paolo Liguori, direttore di Tgcom24.

Redazione

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