Nel bicchiere d’acqua del Copasir rischia di affogare il centrodestra, e per due ragioni. La prassi è nota, e forse è perfino più di una prassi: la presidenza del Copasir, commissione parlamentare di Vigilanza sui Servizi segreti, spetta all’opposizione. Fino a oggi c’è stata la Lega, presidente l’onorevole Raffaele Volpi. La Lega però è entrata in maggioranza e deve cedere la presidenza all’opposizione, a Fratelli d’Italia.

E il centrodestra scricchiola perché Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono per la prima volta frontalmente opposti. Fdi chiede la presidenza, Volpi non si dimette. E la Lega fa orecchie da mercante. Meloni ha cercato l’alleato inutilmente, e nelle ultime 48 ore l’escalation segna il calor bianco: è stato invocato l’intervento del capo dello Stato, e nel frattempo consegnata una richiesta urgente ai presidenti di Camera e Senato. Che avrebbero però le mani legate. Se il Carroccio non vuole compiere un passo indietro, va detto che anche la posizione “neutrale” della presidente Casellati, Forza Italia, pesa sull’armonia del centrodestra.

Roberto Fico e Elisabetta Casellati spiegano di non poter intervenire e che l’unica strada è quella di un accordo politico, non si intravede all’orizzonte una soluzione a breve. Ieri il tema è stato affrontato nuovamente in conferenza dei capigruppo – con FdI che ha reiterato la richiesta del rispetto della legge – e la maggioranza dei gruppi parlamentari, viene riferito, ha chiesto ulteriore tempo per svolgere un approfondimento sui contenuti della lettera stessa per poi illustrare nella prossima riunione le rispettive valutazioni e posizioni. Il partito di Giorgia Meloni mastica amaro: «I Presidenti di Camera e Senato non possono costringere alle dimissioni il presidente del Copasir ma hanno detto che la legge non ammette discussione e che la presidenza spetta all’opposizione. Avrebbero, però, potuto esercitare più chiaramente il potere di indirizzo e chiedere le sue dimissioni. Ora ci aspettiamo che tutti i Gruppi parlamentari, a partire dagli amici della Lega assieme ai quali vogliamo continuare a combattere tante comuni battaglie, dopo una lecita riflessione, capiscano che non si può a tutti i costi “difendere” ruoli, poltrone e posizioni ma bisogna, quando ci sono delle regole, rispettarle”, dice una nota dei gruppi.

Alle 18 di ieri è arrivata la convocazione del Copasir, con un solo punto all’ordine del giorno: “Comunicazioni da parte del presidente”. Per calciare la palla in tribuna o per rassegnare le dimissioni e permettere alle istituzioni di procedere? Il momento, tra tensioni internazionali e agitazioni in piazza, richiederebbe per il Copasir la possibilità di svolgere audizioni. Ma da Volpi non arrivano ulteriori conferme, quanto a domani. E Fratelli d’Italia, sgarbo per sgarbo, medita di non presentarsi. «Decideremo il da farsi: quello che è certo è che siamo contro la convocazione di domani del Copasir. Possiamo andare là a dirlo, o possiamo non andare», ha detto il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, che ieri ha abbandonato anche la riunione dei capigruppo al Senato, in segno di protesta: «In una riunione di Ponzio Pilato non si può rimanere». Se non si sblocca la partita del Copasir, nel Risiko delle tante caselle di nomina dei prossimi giorni, rischiano di andare alle calende greche altri snodi. Qualcuno inizia a dire che se la Lega tiene stretto il Copasir, a Fdi potrebbe andare a finire la presidenza Rai, niente di meno. E a quel punto, contenti tutti.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.