Chi ben comincia è a metà dell’opera, così almeno si dice. Ma se consideriamo come è iniziato il nuovo anno, dovremmo dire che siamo a metà di un disastro. Fin dalle prime ore, infatti, il 2025 non ci ha risparmiato cronache terribili. Di fatto, la triste serie di notizie di insensati atti di violenza non ha trovato soluzione di continuità, accanendosi – peraltro – sempre sulle solite vittime: le donne, certo, ma non solo.

L’aggressione a Roma

Era passata appena un’ora quando le prime vittime dell’anno hanno incrociato i passi dei loro persecutori. Questa volta è stato il turno di una coppia di ragazzi, che a Roma – dopo aver festeggiato insieme la mezzanotte – tornava a casa tenendosi per mano e non immaginando di poter trovare un branco di omofobi (ma si sarebbe più precisi nel definirli semplicemente idioti) sulla loro strada. Hanno provato a difendersi, prima ignorando gli insulti, poi cercando di parare i colpi sferrati con inaudita violenza, con la precisa intenzione di fare quanto più male possibile.Dei due ragazzi attaccati dal gruppo di cavernicoli, uno ha avuto più fortuna, ma l’altro ha rimediato il volto tumefatto, il naso rotto e un trauma cranico. Questo è stato il suo regalo, il viatico del nuovo anno, per l’unica colpa di aver pensato di poter passeggiare mano nella mano con un altro ragazzo. Come se non si fosse nel nuovo anno di un secolo, evidentemente, ancora buio e spaventoso.

In 10 contro 2: la notizia scomparsa

Da quanto si è appreso, quei cacciatori hanno incontrato le loro prede neanche troppo per caso: li hanno visti passare e si sono precipitati in strada per intercettarli, per aggiungere ai festeggiamenti del Capodanno una scarica di adrenalina e cattiveria, un diversivo feroce, ingiunto dalla presunta normalità di quei maschi che riescono a sentirsi tali nell’attaccare alle spalle e in almeno 10 contro 2. Un comportamento che pure nel codice preistorico di questo percolato umano dovrebbe essere riconosciuto come vile, prima ancora che insensato. La notizia – che in sé reca un poderoso carico di amarezza e sconcerto – si è persa in poche ore tra le cronache, finita a occupare quei pochi centimetri scampati ai resoconti delle bravate pirotecniche di mezza Italia o ai sapidi commenti sulle “prediche inutili” che segnano la fine di un anno e i propositi, altrettanto inutili, promessi al vento per quello nuovo. Non c’è dubbio: l’indignazione è stata corale, l’ingiustizia è stata denunciata e ancora una volta si è promesso che mai più dovrà verificarsi niente del genere. Tuttavia quei due ragazzi pestati, quegli spericolati provocatori che semplicemente volevano tenersi per mano nella notte bella e gelida della festa, hanno fatto sapere che la solidarietà non basta, e che la paura di essere come si è non si può tollerare.

Forse il Parlamento troverà il tempo. Forse ci sarà un cambio di passo, una dimostrazione concreta, che dia corpo all’inammissibilità di quest’odio e di questa violenza. O forse no. Forse la solidarietà avrà illuminato questo ennesimo caso per il tempo di un bengala, lasciando poi solo cenere, fumo e la solita puzza di zolfo. Speriamo di no.