«L’ordinanza di Gaetano Manfredi è viziata, c’è un eccesso di potere e la violazione dei principi costituzionali». Lapidario il giudizio dell’avvocato Angelo Pisani sull’ordinanza anti-movida firmata dal sindaco di Napoli. Il provvedimento prevede la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che ricadono nelle zone maggiormente frequentate – Chiaia-Posillipo, Bagnoli, Vomero, Centro Storico e Ferrovia – alle due del venerdì e del sabato e all’una dalla domenica al giovedì. Ma per l’avvocato il primo cittadino avrebbe violato i principi della Costituzione.

«Parliamo dei principi più banali, quelli che saltano agli occhi anche di un bambino, ovvero il diritto al lavoro, all’uguaglianza tra i cittadini. Un bar a Piazza degli Artisti deve chiudere, mentre un bar che si trova a Piazza Immacolata può rimanere aperto. Questo modo di fare -sottolinea Pisani – crea una discriminazione tra le attività commerciali, oltre a provocare una crisi economica e la perdita del lavoro per molte persone». A fronte di questo anche Confesercenti ha fatto sentire la sua voce minacciando di fare ricorso. «In questo momento, dopo due anni di pandemia anziché tutelare la ripresa e la crescita delle attività si va a creare una nuova crisi – afferma Pisani – In più i ragazzi, chiusi i locali, comunque resteranno in strada. Non c’è un coprifuoco che impone loro di tornare a casa. Resteranno in giro e per di più con i bar chiusi, che comunque rappresentano un presidio di sicurezza, un luogo illuminato dove ci sono altre persone e controlli. Il problema non si risolve così, cioè stabilendo delle chiusure a macchia di leopardo, perché in questo modo non si risolve, si sposta soltanto da una zona all’altra della città».

«Assurda e illogica» l’ordinanza del sindaco, definita da qualcuno frutto dell’atteggiamento autoritario e del “decido io” del governatore De Luca. A quanto pare, però, la linea dura adottata da Manfredi sarebbe anche vietata dalla Cassazione. «Più sentenze della Cassazione vietano ai comuni di poter stabilire gli orari di apertura e chiusura dei locali – argomenta Pisani – Non è competenza dell’amministrazione comunale, a meno che non ci sia un motivo urgente o una giustificazione valida e in questo caso la giustificazione non può essere vietare ai giovani di fare baldoria». Anche le punizioni sarebbero inadeguate. «Il Comune ha stabilito una multa di 500 euro per l’imprenditore che infrange le regole. È una sanzione stupida rispetto al danno economico di far chiudere un’attività molto prima del solito – conclude Pisani – È ragionevole che la pubblica amministrazione si preoccupi dei giovani, ma il metodo è sbagliato. Servono controlli adeguati e non discriminazioni. Assurdo che passi un’ordinanza del genere».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.