L’indice di contagiosità Rt del nuovo coronavirus in Italia risulta essere di circa 3. È la stima valutata dai fisici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) pubblicati sul sito CovidStat. Il dato raddoppia quello calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità, che calcola un valore di 1,18, tenendo conto solo dei casi sintomatici. Quello riportato dall’Infn tiene invece conto anche degli asintomatici.

“Stiamo calcolando l’indice Rt dai primi di marzo, utilizzando delle equazioni standard comunemente utilizzate in tutto il mondo e alla base di centinaia di pubblicazioni scientifiche, basate sui dati relativi a nuovi casi, guariti e deceduti giornalieri”, ha detto all’Ansa il fisico Mauro Mezzetto, che fa parte del gruppo di lavoro dell’Infn.

Il dato Infn resta comunque molto più basso rispetto a quello di 1-15 calcolato a marzo, quando il numero dei contagi raddoppiava ogni 2 o 3 giorni, “ora invece da circa due mesi sono scesi a 25 giorni”, aggiunge Mezzetto. La curva è simile a quella che si riscontra in Francia ormai da tre o quattro mesi. “In altri Paesi come Spagna, Regno Unito, Francia e Israele l’indice Rt supera il valore di 5”, ma è anche vero, ha rilevato l’esperto, che “ogni Paese conta i contagi in modo diverso”.

Le guarigioni, per esempio, vengono calcolate diversamente da Paese a Paese: in Italia si dichiara una persona guarita dopo due tamponi negativi; in Germania a 14 giorni dal contagio; in Francia dopo sette giorni, ora che ha abbassato i tempi della quarantena. Tali differenze determinano enormi differenze anche nelle stime, fa notare Mezzetto, “l’Oms avrebbe dovuto stabilire delle regole generali su queste misure”.

Redazione

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