All’inizio si credeva che i bambini fossero in qualche modo immuni dal coronavirus. Poi ha iniziato ad attaccare anche loro. Il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani ha fatto sapere che “ad oggi in Italia ci sono 300 bambini malati di coronavirus” ma “non ci sono vittime né casi gravi. Questo  deve rasserenare moltissimo genitori e nonni, devono sapere che non è un problema pediatrico, quando ci sono sintomi va interpellato il pediatra e con lui stabilire il da farsi. Ma al momento il coronavirus di per sé non rappresenta un problema per i bambini”.

L’Organizzazione mondiale della sanità pochi giorni fa aveva confermato che “i bambini possono essere contagiati. Tendono a sviluppare la malattia in modo più lieve, ma ci sono stati casi di morti e per questo devono essere protetti e tutelati”. Uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics condotto su oltre 2.000 bambini cinesi ha portato alla luce il fatto che il Coronavirus nei bambini si manifesta con sintomi moderati o lievi e solo una piccola percentuale, soprattutto neonati e bambini in età prescolare, possono ammalarsi gravemente.

I ricercatori hanno analizzato 2.143 casi di minori di 18 anni che sono stati segnalati ai Centers for Disease Control and Prevention cinesi e l’8 febbraio. Poco più di un terzo di questi casi è stato confermato con test di laboratorio. Gli altri sono stati classificati come sospetti in base ai sintomi del bambino, alle radiografie del torace, agli esami del sangue e al fatto che il bambino fosse stato a stretto contatto con persone con coronavirus. Più di un terso, circa il 39% si è ammalato in modo serio con polmonite o problemi polmonari. Il 4% non ha avuto sintomi. In 125, quasi il 6% ha sviluppato malattie molto gravi. Tredici sono risultati critici ovvero a rischio insufficienza respiratoria e di insufficienza d’organo. Più del 60% dei bambini gravemente ammalati avevano meno di 5 anni.

Ma in generale i bambini restano comunque più incolumi come è già successo con la Sars e Mars in Medio Oriente. È c’è un motivo dimostrato scientificamente. Una teoria che si sta discutendo è che i bambini piccoli esprimono meno il recettore ACE2 (possibile recettore per Sars-Cov) oppure forse ha una forma diversa. “Potrebbe non essere così sviluppato nei bambini come negli adulti e questo renderebbe più difficile il legame tra le punte delle minuscole particelle virali e l’ingresso delle particelle virali” ha detto Srinivas Murthy, professore associato di pediatria all’Università della British Columbia al New York Times. Un’altra teoria è che i bambini hanno, in generale, polmoni più sani rispetto agli adulti, che sono stati più esposti all’inquinamento nel corso della vita. È anche possibile, dicono gli esperti, che il sistema immunitario dei bambini non attacchi il virus in modo violento come fanno i sistemi immunitari adulti. I medici hanno infatti scoperto che alcuni dei gravi danni subiti dagli adulti infetti non sono stati causati dal virus stesso, ma da una risposta immunitaria troppo aggressiva che ha creato un’infiammazione distruttiva.

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