“La seconda ondata non è certa ma possibile, dobbiamo essere pronti”. E’ quanto sostiene il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dell’informativa sul Covid alla Camera. “L’epidemia non si è conclusa, non è finita: ci sono ancora focolai di trasmissione attivi e il virus, anche se in forma ridotta e con una prevalenza di casi asintomatici, continua a circolare” sottolinea Speranza che rimarca anche i dati incoraggianti delle ultime settimane: dal numero dei guariti alla riduzione della curva di contagio che in molte regioni sta registrando zero casi.

Il momento resta, tuttavia, delicato e per uscirne occorre “una forte sinergia istituzionale e sociale, è la bussola che ci permette superare la tempesta. Sarebbe un errore – ricorda Speranza – pensare che la prossima navigazione sia scevra da ulteriori rischi e che, passata la burrasca, si possa dividerci. Ho sempre detto che sulla sanità va fatto uno sforzo in più per far prevalere l’interesse generale abbassando le bandierine di quartiere. Serve una limpida dialettica tra maggioranza e opposizione. Per me la collaborazione non è una scelta ma un vero obbligo istituzionale. Vengo quindi con linee guida aperte. Asciugate le lacrime, non possiamo dimenticare l’incubo che abbiamo vissuto”.

Il ministro della Salute ricorda poi che “la riapertura delle scuole a settembre è la priorità assoluta dove concentrare la nostra attenzione e le nostre risorse”.

SPOSTAMENTI FUORI DA SCHENGEN – “Non dobbiamo esitare a prendere provvedimenti rigorosi dove ci sarà necessità. Col prossimo dpcm dobbiamo decidere nuove misure di allentamento. Il nodo da sciogliere è lo spostamento fuori da Schengen: il quadro non offre garanzie per dati che arrivano e che segnalano la crescita preoccupante del contagio in Asia e America Latina, in Europa le cose vanno meglio ma quadro globale è complesso”.

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