“Erogare un aiuto a chi ne ha bisogno, perché non ha altre fonti di reddito ed è ancora fuori dai 600 euro, in modo ancora più rapido, efficace, universale, adeguato”. È così che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha di fatto annunciato nella conferenza di ieri a Palazzo Chigi la prossima introduzione del REM, il Reddito di emergenza, una misura economica che dovrebbe riguardare anche precari e irregolari. Non sarà un nuovo reddito di cittadinanza rivisto o corretto, ma una misura eccezionale per tempi eccezionali.

Una platea che potrebbe aggirarsi attorno ai 10 milioni di italiani, col governo che dovrebbe stanziare 6 miliardi per aumentare i 600 euro alle partite Iva ed estenderli ai lavoratori ‘sommersi’, a colf e badanti, ai lavoratori stagionali come bagnini, operatori del turismo e della ristorazione, alle guide turistiche, a chi ha finito il sussidio di disoccupazione e tutti coloro che lavorano con contratti brevissimi, dalla durata massima di qualche mese.

Proprio l’inserimento dei lavoratori assunti in nero è quella più controversa, dato che di fatto non contribuiscono al pagamento delle tasse e all’ecosistema fiscale. Ma l’urgenza di una misura simile è dovuta al rischio, soprattutto nel Mezzogiorno, di rivolte sociali dovute “alla fame”, come denunciato dal ministro Giuseppe Provenzano e anche da Papa Francesco, con i primi casi di assalti ai supermercati già avvenuti nei giorni scorsi a Palermo.

GLI AIUTI A COMUNI E FAMIGLIE – “Ho firmato un Dpcm che stanzia 4,3 miliardi da girare al Fondo di solidarietà per i Comuni. E’ un anticipo del 66%. Destiniamo dunque altri 400 milioni ai comuni, per le persone che non hanno soldi per fare la spesa”. Sono queste invece le misure annunciate ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si tratta nel caso dei 4,3 miliardi di un anticipo rispetto alla scadenza prevista a maggio, mentre i 400 milioni destinati alla Protezione civile sono vincolati agli aiuti ai cittadini in difficoltà tramite buoni spesa e derrate da distribuire anche grazie al volontariato e alle associazioni del terzo settore.

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