Il batterio
Cos’è la legionella, i sintomi e la polmonite acuta causati dalla malattia
David Maria Sassoli, il Presidente del Parlamento Europeo morto la scorsa notte a 65 anni, era stato colpito da una polmonite causata da legionella. Il suo ufficio stampa ha spiegato che anche “quando, recentemente, di fronte ai suoi gravi problemi di salute, si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini, persino in quel momento la scelta di non replicare, di non inasprire i toni, gli era sembrata l’unica possibile”.
La malattia causata dalla legionella è detta anche “Malattia del legionario”. È un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. Il bacillo si trasmette per via aerea, colpisce il sistema respiratorio e può causare forme anche acute di polmonite. È stata denominata nel 1976 dopo che un’epidemia si era diffusa al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia: 211 contagiati e 34 morti. Il batterio è stato identificato in più di 60 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. È proprio questo a causare la legionellosi nel 90% dei casi.
“Le legionelle – si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana”.
La legionellosi viene acquisita per via respiratoria tramite inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol. Più piccole sono le goccioline più sono pericolose perché maggiormente in grado di arrivare alle basse vie respiratorie. Il rischio di acquisizione è legato alla predisposizione del soggetto e al grado di esposizione. La legionella è comunque una malattia rara con tassi d’attacco nel corso di focolai epidemici inferiori al 5%. Il tasso di mortalità invece variare dal 5 al 10%, con picchi del 40 all’80% in pazienti immunodepressi non trattati e al 5-30% se adeguatamente trattata – a seconda di alcuni fattori specifici come la gravità della malattia, il trattamento, la diagnosi, il luogo di acquisizioni, le condizioni del paziente.
I sintomi tramite la quale si manifesta sono la Malattia del Legionario propriamente detta – polmonite infettiva, con o senza manifestazioni extrapolmonari che causa febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi, tosse, disturbi neurologici, gastrointestinali, renali e cardiaci – e la febbre di Pontiac – forma similinfluenzale senza interessamento polmonare con malessere generale, mialgie, cefalea, febbre, tosse e gola arrossata.
“Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, passa soprattutto – si legge ancora sul sito dell’Iss – attraverso terapie antibiotiche. La febbre di Pontiac ha un’evoluzione benigna anche in assenza di uno specifico trattamento chemioterapico. Tutte le altre malattie sostenute da Legionella species, dalle più comuni polmoniti, alle meno frequenti infezioni extrapolmonari, viceversa, richiedono un trattamento specifico per ridurre la probabilità di un esito infausto”.
La prevenzione risulta importante contro le infezioni tramite la realizzazione e progettazione di impianti tecnologici correttamente progettati e manutenuti.
© Riproduzione riservata