Il giorno più buio. Il Cosenza Calcio retrocede in Serie C, al termine di una stagione tormentata, fatta di errori, illusioni e rimpianti. Ma se i numeri sanciscono il verdetto sportivo, è la voce dei tifosi a raccontare davvero cosa significhi questa retrocessione. E tra tutte, a risuonare con forza e dolore, è quella di Ernestino (14 anni) un fenomeno social che con la sua passione e genuinità è riuscito anche nell’incredibile impresa di riavvicinare le tifoserie del Cosenza e del Catanzaro. Ernestino ha affidato alla pagina Lupi si Nasce un messaggio toccante, diventato in poche ore virale.

Un video semplice, senza effetti né filtri, ma con una verità nuda e cruda: “Abbiamo perso tutto. Tutto. L’unico che ha vinto è Guarascio. Noi retrocessi… lui sempre là. Cosenza è crollata. E chi ci ha rimesso? Sempre noi tifosi“. Ernestino parla con un tono fermo ma spezzato dalla delusione. Le sue parole affondano nel cuore dei supporter rossoblù, dando voce a un’intera città che si sente tradita, umiliata, stanca. “Questa retrocessione fa male. Ma sapete cosa fa ancora più male? Pensare che potevamo evitarla. E invece… eccoci qua“. La consapevolezza di una retrocessione non inevitabile rende tutto più amaro. Non è solo una sconfitta sportiva, è la fine di un ciclo mai davvero cominciato, un crollo annunciato da anni di scelte discutibili e gestione opaca. E Ernestino non lo nasconde: chi ama il Cosenza oggi piange, mentre chi ride, forse, non ha mai davvero capito cosa significhi appartenere a questa maglia.

Spero che un giorno questa squadra finisca in mani migliori (Ndr parafrasando l’esternazione del sindaco Caruso dopo la retrocessione). Che torni a essere di chi la ama, non di chi ci specula sopra”. Ma il suo sfogo va oltre i confini della città. La riflessione si allarga a tutto il Sud calcistico, sempre più emarginato, sempre più in silenzio, come se le sue squadre fossero destinate a spegnersi, una alla volta. Questo passaggio è stato molto apprezzato da tutte le tifoserie del Sud che nonostante le rivalità sono state nei commenti tutti uniti nel sostenere il messaggio di Ernestino: “Nel calcio che conta, le squadre del Sud sono sempre di meno. Ci stanno spegnendo. E pure per questo oggi non è solo una sconfitta del Cosenza… è una sconfitta di tutti”.

Parole dure, vere, che non cercano l’applauso ma pretendono rispetto. E che si chiudono con una promessa che sa di resistenza, di amore incondizionato, di appartenenza profonda: “Io non smetterò mai di amare questi colori. Ma oggi… oggi fa davvero male”. Il Cosenza scende in Serie C, ma l’orgoglio dei suoi tifosi resta. Ferito, sì. Ma più vivo che mai.

 

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