Respinto dalla Cassazione il ricorso della difesa dell’ex comandante Francesco Schettino contro l’ordinanza della Corte di Appello di Genova che nel febbraio scorso negò la revisione del processo sul naufragio della Costa Concordia. Niente processo bis per il comandante condannato a sedici anni di reclusione.

Era il 13 gennaio 2012. Davanti all’isola del Giglio, 32 morti tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Schettino fu condannato in via definitiva dalla Cassazione il 12 maggio 2017. Lo stesso giorno l’ex comandante entrò nel carcere di Rebibbia a Roma. Dallo scorso settembre sta beneficiando di misure alternative: è stato impegnato come archivista nella digitalizzazione degli atti della strage di Ustica.

Delusi gli avvocati di Schettino, Saverio Senese e Paolo Astarita. “Non nascondo la mia amarezza perché continuo a credere che la condanna per il naufragio sia stata del tutto legittima e comprensibile, ma quella per gli omicidi colposi e ancora più per l’abbandono della nave mi hanno lasciato molti dubbi. Ma prendiamo atto che la parola fine è calata su questo caso che, a parer mio, rimane un grande errore giudiziario”, ha dichiarato Senese al quotidiano La Nazione.

I difensori avevano sottoposto nel ricorso ai giudici genovesi nuove prove – un video e due consulenze tecniche – che erano state depositate. Le prove a corredo dell’istanza di revisione riguardavano la tenuta delle porte stagne, “vera responsabile del ribaltamento e affondamento della Concordia” secondo le consulenze depositate dalla difesa.

Le motivazioni della Corte di Cassazione non sono state depositate.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.