Boom di contagi: mai così tanti dall'inizio della pandemia
Covid, allarme tamponi: “Troppa richiesta, mancano reagenti e personale”

Boom di contagi da Covid-19. Mai così tanti casi positivi dall’inizio della pandemia. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, sono 78.313 i nuovi positivi di Covid individuati in Italia nelle ultime 24 ore con il record mai registrato di tamponi: 1.034.677. Il tasso di positività scende al 7,6. Ieri i casi erano stati 30.810. Le vittime, secondo l’ultimo bollettino, sono 202 mentre ieri erano state 142. Aumentano pure i ricoveri nei reparti ordinari (+366) e nelle terapie intensive (+19).
Numeri, dunque, destinati a salire ulteriormente nelle prossime settimane: per metà gennaio si prevedono circa centomila contagiati. Ma i dati, però, potrebbe restituire una fotografia parziale sulla reale situazione pandemica, alla luce del fatto che in diversi territori è saltato il sistema di tracciamento per difficoltà anche legate ai tamponi.
Sui test, dopo l’enorme richiesta dei giorni scorsi, c’è il rischio che possano cominciare a scarseggiare e sulla mancanza di reagenti è già allarme. Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, “c’è un dubbio che possano finire i reagenti e anche i tamponi”. Per Zaia bisogna rivedere le regole su quarantene e tamponi per evitare di fermare il Paese e di intasare il sistema dei test. “Quando c’è un contatto da mettere in quarantena, si parta dal presupposto che non si deve fare il tampone, che deve essere destinato, con questi numeri, al contatto che e’ sintomatico”, ha affermato il presidente del Veneto nel giorno in cui la Regione ha visto un’impennata record dei contagiati, oltre 7mila.
L’altro tema è la carenza del personale. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia a capo della Conferenza delle Regioni, vuole fare chiarezza: “Dobbiamo anche capire se stiamo facendo dei tracciamenti inutili o se è meglio spostare quella forza lavoro a fare i vaccini perchè stare così è come lottare contro i mulini a vento”. Della stessa idea anche Attilio Fontana: il presidente della Lombardia sostiene che “il capitale umano è purtroppo limitato, purtroppo ci devono essere delle priorità e si devono fare delle scelte. Io sono dell’opinione che la priorità in questo momento sia soprattutto la vaccinazione”.
E’ iniziata anche la corsa ai test fai da te per evitare le lunghe code alle farmacie: se ne vendono in media oltre 10.000 al giorno. Ma i tamponi rapidi effettuati dal farmacista non mancano.
Nel frattempo il governo vuole sciogliere il nodo quarantena. Nella giornata di domani, 29 dicembre si riunisce il Cts, il Comitato tecnico scientifico, per “valutare se sia opportuna l’eventuale rideterminazione del periodo di quarantena per i soggetti che hanno già ricevuto la dose booster”, come chiesto dall’esecutivo guidato da Mario Draghi.
Una scelta che sembra ormai certa è quella di una modifica alle attuali normative: attualmente le regole prevedono, per chi è venuto in contatto con un positivo, la quarantena in casa per sette giorni (con doppia vaccinazione o comunque un ciclo completo) o dieci giorni (se non vaccinato), in attesa di un tampone che ne attesti la negatività.
Diverse le ipotesi in campo che dovranno essere esaminate dal Cts: eliminare la quarantena per chi ha tre dosi, riducendola a massimo 4-5 giorni per chi ne ha soltanto due; altra ipotesi, più rigorosa, è che si possa prevedere un isolamento più breve per entrambe le categorie, ovvero 4-5 giorni per chi ha la dose booster, 7 giorni per chi ne ha due. Per chi non è vaccinato non cambierebbe nulla, con la quarantena da 10 giorni.
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