A giudicare dai numeri, sembra che la sesta ondata Covid in Italia sia effettivamente arrivata. Salgono ancora incidenza e indice di trasmissibilità Rt: nel periodo 1 giugno – 14 giugno, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,07 (range 0,76-1,48), in aumento rispetto alla settimana precedente, quando era pari a 0,83 ed oltre la soglia epidemica. Aumenta anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 504 ogni 100.000 abitanti (17/06/2022 -23/06/2022) contro 310 ogni 100.000 abitanti (10/06/2022 -16/06/2022). Una crescita del 62%. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19.

A fare da traino all’ultima impennata è Omicron 5 che presenta in media sintomi più seri rispetto alle varianti precedenti. Aumentano i ricoveri per Covid-19, sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 23 giugno) rispetto all’1,9% della settimana precedente (rilevazione giornaliera Ministero al 16 giugno). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 7,9% (rilevazione giornaliera al 23 giugno) rispetto al 6,7% della scorsa settimana (rilevazione giornaliera al 16 giugno).

La Cabina di regia classifica le Regioni e le Province in base al rischio di progressione della pandemia. In questo momento, secondo il monitoraggio, nessuna è a rischio basso ma 12 sono a rischio moderato e 9 a rischio alto.

Capua: “Virus all’inizio della sua evoluzione, prudenza contro varianti”

“Il Sars-CoV-2 non scomparirà né durante né dopo l’estate. È un virus all’inizio della sua corsa verso l’endemizzazione, è all’inizio di un macrociclo che durerà anni e anni, di sicuro decenni, ma io credo addirittura secoli. D’altronde il morbillo, anche lui figlio di uno spillover, è qui che ci fa compagnia da oltre duemila anni”. In un intervento sul ‘Corriere della Sera’ la virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, invita alla prudenza contro un nemico di cui pare non potremo liberarci e che si ripresenterà con ‘volti’ nuovi e diversi: “Mettiamoci l’anima in pace – scrive – perché l’inizio del macrociclo evolutivo di questo virus è agli albori” e la cosiddetta nuova normalità “non sarà mai come prima della pandemia”.

Abbiamo oltre 50 specie di animali che si sono infettate” con il virus di COVID-19, spiega l’esperta, “e in alcune specie il virus si è endeinizzato. Ahimè a sorpresa di quasi tutti, il virus nel volgere di meno di un anno ha infettato, oltre a cani, gatti, visoni, ippopotami e popolazioni selvatiche di cervi in oltre 20 stati americani. Quello che sta succedendo nelle popolazioni di animali domestici e selvatici di mezzo mondo non si sa (ci sono dati significativi solo in Europa e Stati Uniti). In più il virus galoppa lì dove il vaccino non è arrivato e non ci sono le condizioni per mettere in atto le altre misure di prevenzione non farmacologica”. E allora per il prossimo inverno “ci si deve aspettare che, come ogni coronavirus che si rispetti, emergeranno nuove varianti o sierotipi (un grado in più di distanza) anche attraverso il meccanismo della ricombinazione, che è tipico di questa famiglia virale. Insomma – chiarisce Capua – potrebbero apparire dei ceppi virali ‘arlecchino’ con proprietà a noi sconosciute. Dovremo rincorrerle, dovremo farci imporre restrizioni o peggio dei nuovi lockdown? Dobbiamo temere per un nuovo inverno di angoscia? Per quanto detesti doverlo scrivere, il ‘new nomial’ non sarà come prima”, prevede appunto la virologa, “perché dovremo aggiustare le nostre vite alla presenza di questo nemico diventato subdolo”.

“Ma c’è dell’altro – analizza ancora Capua – e credo che lo si stia apprezzando in questi giorni di caos trasporti. I lavoratori del settore grande mobilità che sono ammalati o contagiati non possono tornare a lavorare e così si generano dei ritardi nelle operazioni di sicurezza e check-in che generano delle gigantesche code-assembramento in molti aeroporti italiani ed europei. Queste sono proprio quelle situazioni che favoriscono il contagio e amplificano il rischio di diffondere le varianti emergenti”. “Mi sembra paradossale – osserva la scienziata – che a fronte di una nuova potenziale ondata epidemica, nei confronti della quale sappiamo cosa fare, si ignorino dei comportamenti che sono sì delle seccature, ma funzionano”. Pertanto, se ci si chiede cosa succederà in autunno, per esempio se torneranno “le mascherine e le altre insopportabili misure di prevenzione”, Capua risponde che “si sa: meno le usiamo e maggiore sarà il rischio della circolazione massiccia, con le conseguenze che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.