Andrea Crisanti come un novello Galileo Galilei. A dirlo è lo stesso direttore della Microbiologia di Padova, denunciato dalla Regione Veneto per diffamazione. Per capire da dove nasce l’accusa di Luca Zaia & Co. Bisogna fare un passo indietro e tornare alle critiche rivolte dal professore alla gestione dell’epidemia di Coronavirus da parte della sanità veneta.

Critiche che sono valse a Crisanti una denuncia per diffamazione da parte di Azienda Zero, braccio operativo della Regione Veneto, che accusa il microbiologo di aver gettato discredito sulla sanità veneta. Roberto Toniolo, direttore generale di Azienda Zero, ha provato quindi a gettare acqua sul fuoco spiegando che non si tratta di una denuncia, “volevamo solo mettere a conoscenza della Procura alcuni fatti”, ma il caso resta.

La vicenda giudiziaria, ancora alle primissime fasi, nasce da una puntata di Report dedicata alle presunte mancanze della Regione nel gestire la seconda ondata della pandemia, prima fra tutti l’aver trascurato la sua denuncia sull’inaffidabilità dei test rapidi. Nella trasmissione Crisanti ha parlato di uno studio da lui condotto all’ospedale di Padova che dimostra come i test antigenici rapidi non intercettino il 30% dei positivi.

“Ho testato in laboratorio i tamponi antigenici scelti dalla Regione confrontandoli con i molecolari e sono affidabili al 70 per cento, meno del dichiarato – ha spiegato Crisanti a La Stampa – E’ un problema di quel tipo di tamponi, che si possono usare per screening di massa su scuole e aziende, ma se li si adotta al posto dei molecolari si commette un’imprudenza e questo è quello che volevo dimostrare con la mia ricerca”.

Secondo Luciano Flor, direttore generale della Sanità regionale ed ex dell’Azienda ospedaliera di Padova, questo studio non esisterebbe. Crisanti su questo, in una intervista al Corriere della Sera, tiene il punto e spiega: “Il 21 ottobre 2020 io l’ho consegnato a lui, all’allora direttore sanitario Daniele Donato e alla responsabile della Prevenzione in Regione, Francesca Russo. Dico di più: la ricerca ha ottenuto il via libera dal Comitato etico dell’Azienda ospedaliera e quindi è stato inviato a una rivista scientifica. Siamo al preprint da allora non ho mai ottenuto risposta”.

Il direttore della Microbiologia di Padova si dice quindi “esterrefatto” della denuncia. “È dai tempi di Galileo che un articolo scientifico non costituiva un reato d’opinione. In ogni caso se qualcuno deve rispondere del proprio comportamento è proprio Flor, che nel fuori onda diffuso da Report dichiara il falso”, aggiunge Crisanti. Il riferimento è alla parte di puntata in cui il dg Flor confida al giornalista di Report: “Perché pensa che mi sia affrettato a dire che lo studio non c’è? La ditta ci fa causa e ci chiede i danni, quindi meglio dire che non c’è”.

Proprio sullo studio di Crisanti è basata l’inchiesta del sostituto procuratore di Padova Benedetto Roberti, che dovrà accertare se i test rapidi siano affidabili.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia