Il primario contro le ripartenze del 26 aprile
“Rischio calcolato male”, l’infettivologo Galli contro le riaperture di Draghi
Quello delle riaperture, ripartenze graduali, privilegiando le attività all’aperto, e con tutte le classi e le università in presenza nelle Zone Arancioni e Zone Gialle, è stata definita dal Presidente del Consiglio Mario Draghi come una decisione presa sulla base di un rischio calcolato. “Calcolato male” però secondo il responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli.
“Le riaperture sono un rischio calcolato? Calcolato male. Mi sembra scontato che invece di vedere la flessione” della curva dei contagi “che è appena accennata, finiremo per avere il processo opposto. A meno che non si riesca a vaccinare a tamburo battente tanta gente, ma non mi pare il caso”. Ancora lontano l’obiettivo di 500mila somministrazioni al giorno come annunciato dal commissario straordinario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Dal 26 aprile gli spostamenti saranno consentiti in Fascia Gialla e con un pass tra quelle di colori diversi e per partecipare a eventi.
Si riparte dallo stesso 26 aprile con cinema e teatri, scuole in presenza al 100%; il primo maggio tocca agli stadi, con l’ipotesi del 25% della capienza; il 15 maggio spiagge e piscine all’aperto; il primo giugno alcune attività sportive e ristoranti al chiuso; il primo luglio via libera alle fiere. L’ultimo bollettino sull’emergenza di ieri ha riportato un tasso di positività al 4,8%, in discesa. I contagi individuati venerdì sono 15.943; 429 le vittime. In una settimana l’indice di contagio è sceso a 0.85. L’unica Regione che da lunedì cambia colore è la Campania.
Un azzardo per Galli, “in allerta e in grande preoccupazione” per le aperture annunciate, seppur con una Zona Gialla Rafforzata che mantiene severe restrizioni”. Il primario è intervenuto a Otto e mezzo, su La7: “Abbia pazienza – ha detto a Lilly Gruber – abbiamo ancora più di 500.000 casi ufficiali di infezione in atto. Questo significa averne il doppio, quelle che ci sono sfuggite sono sicuramente molte. Alla fine del lockdown dell’anno scorso ce n’erano 100.000 ufficiali, anche se non erano meno di 400-500.000. Abbiamo fatto 23,5 dosi di vaccino per 100 abitanti, abbiamo ancora una parte rilevante di 70enni, 80enni e 90enni che non sono vaccinati”.
La campagna vaccinale è un altro punto centrale: Draghi si è detto fiducioso, il piano sta andando bene e proseguirà sempre meglio, ha aggiunto in conferenza stampa. In Italia sono state somministrate 14.643.764 dosi, 4.332.143 le persone che hanno ricevuto la prima e la seconda dose. “La Gran Bretagna ha chiuso in maniera dura per un periodo lungo – ha osservato Galli – ha circa 41 milioni di dosi somministrate, sono 60 dosi per 100 abitanti: è una situazione diversa eppure il premier Boris Johnson ha detto in modo chiaro che si riapre per motivi economici ma prevede già casi, morti e difficoltà. Il sistema delle zone a colori non ha funzionato, è evidente. Guardate cosa è successo alla Sardegna, passata in un mese dalla zona bianca al rosso profondo”.
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