Le riaperture ad aprile? Una scelta “precoce” che può portare, anche con un indice Rt pari a 1 (e venerdì nell’ultimo monitoraggio risalente però al 7 aprile era di 0,81) a un “costante ma alto numero di morti giornaliere”. A metterlo nero su bianco è l’epidemiologo e matematico Stefano Merler, della Fondazione Bruno Kessler, in uno studio ignorato però dal governo.
Un modello infatti non preso in considerazione dall’esecutivo Draghi, che col suo decreto Riaperture vede propria nella giornata odierna, lunedì 26 aprile, l’inizio della road map indicata nel provvedimento. Scelte fatte sulla base di un “rischio ragionato”, aveva rivendicato in conferenza stampa il presidente del Consiglio, un rischio “fondato sui dati, che sono in miglioramento”.
Non la pensa così Merler, che già nel febbraio dello scorso anno aveva pubblicato una proiezione, risultata poi corretta, sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia basandosi sui dati allora disponibili sui contagi in Cina.
Secondo Il Fatto Quotidiano, che riporta oggi il modello di Merler presentato al Comitato Tecnico Scientifico e ignorato dall’esecutivo, l’epidemiologo della Fondazione Kessler spiegava che con l’indice Rt a 0,72 al 3 aprile, il “margine per le riaperture” era circa di 0,28, cioè era possibile riaprire un po’ meno di un terzo di quanto era chiuso senza che il tasso di riproduzione del virus superasse 1 (una persona infetta ne contagia in media più di una), anzi “in realtà meno perché sono state riaperte le scuole” – era successo dopo Pasqua, dal 7 aprile –ma l’effetto “sarà osservabile solo fra un po’ di tempo”.
Secondo Merler i rischi legati alle riaperture sono elevatissimi: nel caso l’indice Rt dovesse salire a 1,25 infatti il Paese rischierebbe di piombare in una quarta ondata che richiederebbe “misure importanti” per scongiurare “un altissimo numero di morti in breve tempo”. Il rischio, diversamente da quanto raccontato, è di far saltare l’estate, con un nuovo crollo dell’economia e del turismo.
E proprio alla luce del modello matematico di Merler il professore Andrea Crisanti sarebbe intenzionato a promuovere, assieme a Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe e a Massimo Galli, direttore dell’Infettivologia del Sacco di Milano, un accesso agli atti della presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts per capire quali sono le “evidenze scientifiche” che hanno spinto il governo a varare il piano di riaperture.
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