L'analisi
Crisi sanità, Cognetti: “Medici in fuga, basta interventi spot: abbiamo meno posti letto della Romania”
“La Sanità non si fa mettendo in corsia gli specializzandi al secondo anno”
«La grave crisi della Sanità nasce da lontano, almeno da 10 se non 15 anni fa, dove c’è stato un progressivo definanziamento e impoverimento della nostra struttura sanitaria, mentre gli altri paesi d’Europa hanno costantemente puntato sui finanziamenti. La situazione attuale è lo specchio del cumulo dei provvedimenti che non sono stati attuati da tutti i governi che si sono succeduti». Questo è il punto di vista autorevole del Professore Francesco Cognetti, presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologia (Foe) sul grave collasso del nostro sistema sanitario nazionale. «Ora l’attuale governo – spiega l’oncologo – che è un po’ in ritardo deve agire e tempestivamente. C’è bisogno di una riforma di sistema, ma di una riforma complessiva. Non servono gli interventi spot per il pronto soccorso, o interventi per le liste di attesa. Così si sprecano solo soldi e risorse. Anche perché non abbiamo una dimensione numerica di quante siano le liste d’attesa. Il problema cardine su cui ruota tutto è la carenza del personale, per non parlare di quello in determinati settori».
Quali?
«Il nostro lavoro è già usurante. Ora i ritmi sono veramente intollerabili. Mi riferisco alla chirurgia, alla medicina d’urgenza, la anestesiologica, la rianimazione e la radioterapia. Ci sono veri e propri buchi di personale. Serve una politica di incentivazione».
C’è un esodo consistente…
«Bisogna trovare un modo per trattenerli. Vanno fuori perché trovano condizioni economiche molto più convenienti: la Svizzera li paga tre volte tanto rispetto all’Italia, la Germania e la Francia almeno il doppio e si trovano in situazioni di lavoro molto meno stressanti. Non è solamente un problema di laureati. C’è un dato che è emerso da qualche mese, circa il 50% dei medici assunti. Dopo otto mesi hanno la possibilità di dare le dimissioni e vanno all’estero o diventano gettonisti».
C’è comunque un ricambio molto veloce visto anche l’inserimento degli specializzandi…
«Sono fermamente contrario all’ingresso degli specializzandi al secondo anno. Per formare un medico, occorrono 10 anni. Per il personale infermieristico, cinque. Questi sono i fatti. Voglio aggiungere un elemento importante».
Certo…
«Mancano posti letto. Ecco la congestione nei pronti soccorsi ma anche nei reparti. Noi abbiamo 314 posti letto per 100.000 abitanti. La Germania 800 con lo stesso indicatore, la Francia 590, mentre in Ungheria e Romania 700. Siamo indietro su tutto. Ma ricordiamolo: siamo i migliori medici a livello internazionale e il 5% di aumento contrattuale a fronte di quello francese e tedesco è addirittura una offesa».
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