Rimbalzano dichiarazioni da una parte all’altra del mondo, saltano incontri e altri ne ipotizza la diplomazia internazionale, la tensione non scende affatto. La crisi ucraina è in una fase cruciale, e continua ad allargarsi. La Russia sostiene di voler “mantenere la pace” e “proteggere” la popolazione filorussa” con le sue truppe nel territorio ucraino: quello delle porzioni della Regione orientale del Donbass di fatto dal 2014 in guerra (circa 13mila morti). Il Presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Luhansk e Donetsk. Per Putin gli accordi di Minsk “non esistono più”. Oggi è il giorno dopo il giorno delle sanzioni varate dai Paesi Occidentali – Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea. Le misure sono state definite le “prime sanzioni”. Il Presidente USA Joe Biden ieri in conferenza stampa: “Andremo oltre i passi che vennero presi nel 2014. È una flagrante violazione della legge internazionale e necessita una risposta dura”, ha detto annunciando che verranno colpite banche russe e anche l’invio di altre armi a Kiev oltre la sospensione dei finanziamenti a Mosca. “Chi, in nome di Dio, pensa di dare a Putin il diritto di dichiarare ‘nuovi Paesi’ quelli presenti in territori che appartengono ai loro vicini?”. La Cina si è schierata. È saltato intanto l’incontro tra il segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Un summit Biden-Putin ci sarà solo con de-escalation. Continuano gli scontri sulla “linea di contatto” tra Ucraina e Donbass.

Ore 22:05 – Ennesimo segnale di una possibile escalation da Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta la Tass, ha riferito che i leader delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, nel Donbass, hanno chiesto a Vladimir Putin un sostegno contro “l’aggressione di Kiev”.

Ore 21:00 – Come da attese, il ucraino ha approvato l’introduzione dello stato d’emergenza in tutto il Paese per 30 giorni, ad eccezione delle regioni di Donetsk e Luhansk occupate dai separatisti filo-russi, dove è già in vigore dal 2014: una mossa per rispondere alla minaccia di una invasione russa.

Ore 20:20 – In risposta ad una possibile escalation militare russa nel Donbass, il governo ucraino ha deciso di rafforzare la sicurezza della città di Mariupol, centro portuale del Donbass ancora controllato dalle forze militari fedeli a Kiev.

Ore 19:50 – Secondo la Bild, il tabloid tedesco, vi sarebbero nel sud della Russia circa 300 mezzi militari russi delle forze speciali Spetznaz che procedono verso la zona di confine di Marinowka  senza alcun segno distintivo.

Una situazione che rimanda a quanto accaduto nel 2014 con l’invasione russa della Crimea, quando le truppe di Putin, gli “omini verdi” arrivarono senza insegne a occupare la regione.

Ore 19:10 – L’allarme lanciato dall’amministrazione Biden viene rilanciato da esponente della Difesa statunitense citato dall’agenzia Reuters, secondo cui “le forze russe intorno all’Ucraina sono pronte all’invasione; l’80% è in posizione di attacco e pronte a partire. Putin ha il 100 per cento delle forze che, secondo gli Stati Uniti, avrebbe schierato per attaccare l’Ucraina”.

Secondo questa fonte citata dall’agenzia di stampa, Putin starebbe mobilitando le riserve militari e la guardia nazionale, il che farebbe pensare a un’occupazione a lungo termine.

Ore 18:00 – Sale ancora la tensione tra Stati Uniti e Russia. L’amministrazione Biden, riferiscono Newsweek e Cnn citando dirigenti dell’intelligence americana, ha informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che il Cremlino sarebbe preparando una invasione su larga scala del suo Paese nel giro delle prossime 48 ore.

Ore 16:20 – Un pesante attacco hacker è in corso in Ucraina, dove sono andati ‘in down’ i siti del governo di Kiev, dei ministeri della Salute, della Sicurezza e degli Esteri, e del Parlamento. Un blitz informatico che, ha spiegato un ministro all’agenzia di stampa Interfax, è avvenuto tramite un attacco DDOS (Distributed Denial of Service, Interruzione distribuita del servizio) che consiste nel tempestare di richieste un sito, fino a metterlo ko e renderlo irraggiungibile.

Ore 14:28 – Le azioni contro Kiev sono azioni “contro la sicurezza dell’Europa. Il destino europeo si decide sul campo in Ucraina” ha detto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con gli omologhi Presidenti di Lituania e Polonia. “È arrivato il momento di reagire con forza”, ha aggiunto. “Confermiamo le nostre aspirazioni europee e la nostra aspirazione di aderire all’Ue e alla Nato. Grazie alle parti che ci stanno aiutando ad affrontare la sfida nel Donbass. L’Ucraina accoglie le decisioni assunte ieri da Ue, Canada, Regno Unito e Usa” riguardo alle sanzioni contro Mosca, “e anche la sospensione da parte della Germania del gasdotto Nord Stream 2”. L’atto di riconoscimento, comunicato dal Presidente russo Vladimir Putin, delle repubbliche autoproclamate del Donbass è stato definito “un altro atto di aggressione contro l’Ucraina”.

Ore 13:50 – La Russia ha iniziato ad evacuare il suo personale diplomatico dall’Ucraina, attuando una misura già annunciata ieri.

Ore 12:25 – Dal ministro degli Esteri è arrivato per l’ennesima volta un appello alla diplomazia. Di Maio ha spiegato in Aula che “malgrado la gravità del momento e gli ultimi sviluppi cui stiamo assistendo in queste ore, vogliamo continuare a concentrarci su ogni iniziativa diplomatica che possa scongiurare una guerra“. Una soluzione “che riteniamo ancora possibile” ma “con margini che si riducono di giorno in giorno“.

Ore 12:20 – Nell’audizione sulla crisi in Ucraina al Senato, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha condannato “la decisione di Mosca di inviare nei territori delle due repubbliche separatiste un contingente di truppe con sedicenti funzioni di peace-keeping. È un gesto che rischia di esacerbare una situazione già molto tesa”.

Il titolare della Farnesina ha aggiunto che la presenza di truppe russe lungo in confini dell’Ucraina è stimata “tra le 170 e 190mila unità”.

Ore 11:30 – Dopo la mobilitazione dei riservisti, il governo di Kiev prende nuove misure per fronteggiare un possibile conflitto con la Russia. Il Consiglio di sicurezza ucraino ha chiesto lo stato di emergenza nel Paese e non solo nelle zone di Donetsk e Lugansk, i due territori che si sono autoproclamati Repubbliche autonome venendo riconosciute da Mosca. La misura durerà 30 giorni ed è prorogabile di altri 30 giorni.

Ore 10:11 – Papa Francesco al termine dell’udienza generale: “Un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti”. Il Pontefice ha fatto un appello invitando tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. “Come me, tanta gente in tutto il mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano serio esame di coscienza davanti a Dio che è Dio della pace e non della guerra”. Il “Padre di tutti ci vuole fratelli, non nemici”.

Ore 10:10 – Importante mossa di Kiev. Il governo ucraino ha infatti iniziato ad arruolare riservisti dell’esercito, come reso noto dallo maggiore delle forze armate ucraine dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato il decreto.

Ore 9:00 – Contraria “a qualsiasi sanzione” contro la Russia la Cina. Lo ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin.

Ore 8:50 – Per l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, le “sanzioni non risolveranno niente”. Il diplomatico lo ha scritto sulla pagina Facebook dell’ambasciata. “È difficile immaginare che qualcuno a Washington conti sul fatto che la Russia riveda il corso della sua politica estera sotto la minaccia di restrizioni. Non ricordo un singolo giorno in cui il nostro Paese ha vissuto senza restrizioni da parte dell’Occidente”. La Russia ha “imparato a vivere in queste condizioni e non solo siamo sopravvissuti, ma abbiamo anche sviluppato il nostro Stato”. E ancora: “Non c’è dubbio che le sanzioni imposte contro di noi danneggeranno i mercati finanziari e dell’energia a livello globale. Gli Stati Uniti non saranno risparmiati, quando i cittadini comuni patiranno le piene conseguenze degli aumenti dei prezzi”.

Ore 8:45 – Oltre 94.600 i residenti nelle auto-proclamate, e riconosciute da Mosca, Repubbliche del Donbass che hanno attraversato il confine verso la Russia a partire dallo scorso 18 febbraio. Lo hanno dichiarato le forze dell’ordine russe.

Ore 8:37 – Il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera. “La Nato e l’Unione europea hanno lavorato e continuano a lavorare incessantemente per una soluzione politica. I fatti sono andati nella direzione opposta. Continuiamo, però, a ritenere che la via diplomatica sia la strada maestra. Questo non significa che non occorra una risposta ferma”. Per Guerini “la coesione che abbiamo dimostrato fino ad ora è necessario che si confermi sia a livello di Unione europea con il sistema delle sanzioni, che a livello Nato attraverso il mantenimento degli strumenti di deterrenza. Strumenti a cui anche l’Italia contribuisce con le attività sul terreno dei nostri militari in Lettonia, con l’air policing in Romania, con la sorveglianza marittima nel Mediterraneo orientale e con le ulteriori misure di innalzamento della prontezza operativa che in queste settimane sono state implementate”. Sulle esercitazioni russe in Bielorussia ha chiarito che la Nato, che “rimane un’organizzazione difensiva”, “mantiene attivi i suoi meccanismi di deterrenza e difesa collettiva”.

Ore 8:29 – Il Presidente della Russia Vladimir Putin si è detto pronto a esplorare “soluzioni diplomatiche” pur specificando che gli interessi di Mosca e la sicurezza dei cittadini “non sono negoziabili”. Il video messaggio nel “Giorno dei difensori della Patria”, festività nazionale in Russia: “Il nostro Paese è sempre pronto al dialogo diretto e onesto, per la ricerca di soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi”.

Ore 7:40 – Gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ai Paesi Baltici circa 800 soldati di un battaglione di fanteria provenienti dall’Italia. La conferma della Casa Bianca e del Pentagono.

Ore 7:00 – Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden non ha intenzione a partecipare a un summit con il Presidente della Russia Vladimir Putin. Lo ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki dopo che il segretario di stato Usa Antony Blinken ha cancellato l’incontro con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, previsto per giovedì.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.