È stata una domenica di fuoco di contatti tra Emmanuel Macron e Mosca, Kiev, Londra, Berlino e Washington. Proprio quando sembrava che la situazione stesse per precipitare, nella notte, è arrivato l’annuncio: Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin hanno concordato in linea di principio un vertice sull’Ucraina. L’ufficio del presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sapere che entrambi i leader hanno accettato la proposta francese di tenere un vertice sulla “sicurezza e stabilità strategica in Europa”. La Casa Bianca ha dichiarato che Biden aveva accettato l’incontro “in linea di principio” ma solo “se non si è verificata un’invasione”.

Il portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha dichiarato che l’amministrazione è stata chiara sul fatto che gli Stati Uniti sono “impegnati a perseguire la diplomazia fino al momento dell’invasione”. Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si incontreranno giovedì in Europa finché non si verificherà un’ulteriore invasione. Psaki ha aggiunto che gli Usa sono anche pronti a imporre “conseguenze rapide e gravi se la Russia dovesse invece scegliere la guerra”.

A spegnere “l’entusiasmo” per un vertice a due Biden-Putin è però il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha chiarito come non ci sono ancora al momento “piani concreti” per un incontro sulla crisi in Ucraina tra i due presidenti. Peskov ha anche avvertito che non è da escludere che ci siano, nel frattempo, contatti tra i due leader.

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ORE 20:05- “L’Ucraina ha sempre rifiutato di riconoscere i legami storici con la Russia e non c’è da meravigliarsi quindi per quest’ondata di nazismo e nazionalismo” in questo Paese ha sottolineato Vladimir Putin nel corso del suo discorso alla nazione. “L’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia a causa del rifiuto di parte dei suoi territori storici, nessuno ha chiesto nulla agli abitanti”.

Poi ha aggiunto: “I radicali che hanno preso il potere in Ucraina hanno organizzato il terrore, hanno avuto luogo una serie di omicidi impuniti, persone a Odessa sono state brutalmente assassinate, ma i criminali non sono stati puniti – li conosciamo per nome e faremo di tutto per punirli”. Poi l’attacco agli Stati Uniti: “L’ambasciata Usa a Kiev controlla direttamente le attività anticorruzione con il pretesto di una lotta efficace, ma la corruzione fiorisce più che mai”.

ORE 19.54 – UE: “SANZIONI PER MOSCA SE RISCONOSCE DONBASS”  – “Se ci sarà un’annessione ci saranno sanzioni, e se ci sarà un riconoscimento (del Donbass, ndr), metterò le sanzioni sul tavolo e i ministri decideranno” ha annunciato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri Ue. “Abbiamo un pacchetto già preparato, questo pacchetto ha diverse componenti che possono essere implementate con certi gradi a seconda del livello di aggressione”, ha risposto Borrell a chi gli chiedeva se le sanzioni da imporre in caso di riconoscimento dell’indipendenza del Donbass fosse lo stesso preparato per l’eventuale aggressione russa all’Ucraina.

ORE 19.40 – “UCRAINA E’ NOSTRA STORIA” – Putin in conferenza stampa: “L’Ucraina per la Russia non è solo un paese vicino, ma una parte della storia, dei nostri compagni e parenti. L’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia a causa del rifiuto di parte dei suoi territori storici, nessuno ha chiesto nulla agli abitanti. L’Ucraina oggi può essere giustamente chiamata “Ucraina intitolata a Vladimir Ilyich Lenin“, ne è autore e architetto”. Poi ha aggiunto: “La Russia ha ripagato completamente i debiti dell’Ucraina, ma Kiev ha rifiutato di rispettare gli accordi sulla restituzione delle proprietà”.

ORE 19.35 – LA GUERRA E IL CASO DONBASS Il Donbass dal 2014 è territorio di guerra. Da allora sono stati circa un milione e mezzo gli sfollati interni in Ucraina, quasi 14mila i morti del conflitto. Il governo ucraino definisce le due repubbliche auto-proclamate “territori temporaneamente occupati” e chiama il fronte “linea amministrativa”. Il Donbass è costituito da tre “oblast”, l’equivalente delle Regioni italiane in Ucraina: Luhansk, Donetsk e Dnipropetrovsk. Dopo l’invasione della penisola della Crimea nel 2014 – in seguito alla rivoluzione di Euromaidan del 2013 contro la decisione del presidente Viktor Yanukovich di rifiutare un importante patto commerciale con l’Ue, la repressione violenta e la fuga del presidente in Russia – e il referendum considerati illegittimi da gran parte della comunità internazionale, i combattenti filorussi nella regione orientale auto-proclamarono due Repubbliche popolari: quella di Donetsk e quella di Luhansk.
Mosca ha sempre negato, nonostante le evidenze, un intervento diretto. I secessionisti dichiararono l’indipendenza dell’Ucraina e organizzarono dei referendum (l’11 maggio 2014) per entrare a far parte della Russia, come in Crimea non riconosciuti da gran parte della comunità internazionale. Favorevoli all’annessione nella Repubblica di Donetsk l’89%, il 96% in quella di Luhansk. Gli accordi di Minsk (Minsk II) firmati nel 2015 – sottoscritti da rappresentanti di Russia, Ucraina, dai leader separatisti e dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e in seguito approvati da una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – non sono mai stati rispettati. Prevedevano il cessate il fuoco, la ripresa del dialogo per le elezioni nelle due auto-proclamate repubbliche popolari, il ripristino dei legami commerciali e sociali e del controllo del confine con la Russia da parte del governo centrale, il ritiro delle forze straniere e dei mercenari, una riforma costituzionale per conferire un’autonomia maggiore al Donbass rispetto a Kiev. Proprio in Donbass si erano esacerbate le tensioni negli ultimi giorni con accuse incrociate di attacchi e azioni militari.

ORE 19.30 – PUTIN ANNUNCIA: “INDIPENDENZA DONBASS” – “Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che sta per firmare un decreto sul riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass a Olaf Sholz e Emmanuel Macron. Lo annuncia il Cremlino, secondo quanto riferisce la Tass. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ed il presidente francese Emmanuel Macron si sono detti “delusi” dalla decisione di Vladimir Putin di riconoscere le repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale. L’Onu chiede di “astenersi” da “qualsiasi decisione unilaterale che mini l’integrità” dell’Ucraina.

ORE 16.45 – All’allarme della Casa Bianca, il Cremlino ha risposto con dichiarazioni che aumentano ancora la tensione tra i due Paesi. Il presidente Putin, al termine del Consiglio di Sicurezza straordinario russo, ha dichiarato che dell’indipendenza di Donetsk e Lugansk, le repubbliche separatiste del Donbass, “si deciderà oggi”.

Una richiesta in tal senso è stata espressa anche dalla Duma, il Parlamento russo, dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev e dal capo dell’intelligence e dal ministro della Difesa.

ORE 16.00 – Dagli Stati Uniti arrivano nuovi segnali di conflitto imminente. “Un attacco estremamente violento contro l’Ucraina è possibile nei prossimi giorni o ore”, ha comunicato la Casa Bianca. “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia schiaccerebbe in modo brutale gli ucraini”, spiegano dalla presidenza USA rilanciando ancora una volta l’allarme su una guerra tra Kiev e Mosca.

ORE 15.40 – DI MAIO: “AMBASCIATA APERTA MA LASCIATE IL PAESE”  – Secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, “la nostra ambasciata a Kiev sta effettuando diverse prove di evacuazione e sta chiedendo agli italiani di lasciare il paese, ma resta aperta e pienamente operativa per dare un segnale al popolo ucraino”.

ORE 15.10 – Le guardie di frontiera smentiscono di aver bombardato un posto di guardia russo nella regione di Rostov, come denunciato dai Servizi di sicurezza russi. La dichiarazione russa “è una provocazione deliberata”, si legge in una nota delle guardie di frontiera ucraine, citata dalla Cnn, nel quale si fa notare che il preciso luogo dell’attacco non è specificato. Il capo del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, ha intanto affermato che Kiev “non ha nulla a che vedere con questi attacchi”. “I nostri militari possono soltanto rispondere al fuoco se vi è un pericolo per le loro vite. Noi non bombardiamo“, ha affermato.

ORE 15 – “Kiev ha già condotto tra operazioni punitive contro il Donbass e sembra proprio che si stia avventurando in un’altra. Gli ultimi sviluppi dimostrano che le autorità ucraine non hanno nessuna intenzione di implementare gli accordi di Minsk” ha riferito Vladimir Putin rivolgendosi al consiglio di sicurezza russo. Mosca sta considerando la richiesta di riconoscimento dei separatisti ucraini ha aggiunto il leader russo.

ORE 14.22 – Prima di fissare il summit sulla situazione in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere al leader francese Macron di voler fissare prima gli obiettivi da raggiungere. Putin si è detto favorevole al summit ma solo dopo aver stabilito gli obiettivi da raggiungere. Lo ha riferito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

ORE 14.15 – L’esercito russo “ha distrutto due veicoli da combattimento della fanteria ucraina che hanno attraversato il confine” e ucciso cinque “membri di un gruppo di sabotatori” ucraini che cercavano di oltrepassare il confine con la Russia, nella regione di Rostov. Lo afferma il distretto militare meridionale citato dalla Tass. “L’esercito russo e le guardie di frontiera hanno impedito la violazione del confine da parte di sabotatori ucraini”. Le fonti militari russe, citate dall’agenzia Interfax, hanno detto che due veicoli della fanteria ucraina sono entrati in territorio russo per evacuare il gruppo di sabotatori durante scontri armati. Nessun militare russo è rimasto ferito nello scontro.

L’incontro Putin-Biden su “un territorio neutrale”

L’incontro in programma è frutto della febbrile attività diplomatica messa in campo da Macron che ha lungamente parlato al telefono separatamente con i due protagonisti della crisi, il russo Putin e l’ucraino Zelensky, poi a tarda sera con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier britannico Boris Johnson, il presidente americano Biden, e poi di nuovo alle 23 con Putin per circa un’ora.

Vertice che si dovrebbe tenere “su un “territorio neutrale“, come sottolineato dal sottosegretario francese agli Affari europei francese Clement Beaune all’emittente televisiva Lci. Dell’incontro, che sarà mediato dal presidente Emmanuel Macron, ancora “non si sa la data”, ha spiegato Beaune, aggiungendo che il luogo “non è deciso”.

Sia Putin sia Zelensky si sono trovati d’accordo sulla necessità di “ristabilire il cessate il fuoco” nel Donbass e Putin ha assicurato di volere intensificare gli sforzi per risolvere per via diplomatica il conflitto nell’est dell’Ucraina. Ma intanto dagli 007 Usa sono arrivate notizie poco incoraggianti sul possibile ordine che Putin avrebbe dato ai suoi generali di tenersi pronti all’invasione. Tutto questo reso ancora più difficile dalle esercitazioni che si sono compiute in Bielorussia sotto la diretta supervisione di Putin.

Dopo la visita del presidente Macron al Cremlino il 7 febbraio, Putin disse che i soldati russi avrebbero lasciato la Bielorussia come previsto al termine delle esercitazioni, alleggerendo quindi una delle minacce che pesano sull’Ucraina. Le esercitazioni sarebbero dovute finire ieri, ma la Bielorussia ha annunciato che i 30 mila soldati russi presenti sul suo territorio per adesso restano, visto che i combattimenti sono ripresi nel Donbass, all’est dell’Ucraina. L’Eliseo però afferma che Putin ha ribadito a Macron “l’intenzione di ritirare le truppe dalla Bielorussia al termine delle esercitazioni in corso”.

Intanto è arrivato a circa 61.000 il numero di civili in fuga dalla regione Ucraina del Donbass, che sono riparate in Russia, nella regione di Rostov, dopo l’evacuazione ordinata venerdì dai leader delle autoproclamate repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk. Lo rivela stamani il ministro russo per le emergenze, Alexander Chupriyan in una conferenza stampa, citato dall’agenzia Tass.

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