Io non credo ai miracoli, però ci sono state troppe coincidenze tutte insieme. Non so cosa sia successo, ma è strano”. Parla così Pier Luigi Erre, 33enne di Alghero ma residente in Liguria, dopo essere scampato alla tragedia di via Genova a Torino, dove sabato 18 dicembre una gru si è schiantata al suolo provocando la morte di tre operai.

Pier Luigi era nel capoluogo piemontese per lavoro, si stava recando infatti all’Otto Gallery transitando proprio in via Genova quando, per cause ancora da accertare, la gru è crollata abbattendosi sulla sua auto, una Alfa Romeo Mito.

Il 33enne tecnologo alimentare dalla vettura è uscito incredibilmente illeso. Al Corriere della Sera Pier Luigi racconta i momenti precedenti allo schianto: “Avevo appena superato il cantiere, c’era una deviazione che obbligava le auto a spostarsi sulla destra. Ho sentito un rumore, un boato. Non capivo cosa fosse, ma l’istinto mi ha spinto ad accelerare”. Qualcosa quindi colpisce il tetto della Mito “proprio sul lato del guidatore. La portiera è volata via, sono esplosi gli airbag e io sono stato spinto all’indietro contro il sedile. In un secondo mi è passata tutta la vita davanti e ho pensato che non ce l’avrei fatta, anche se non avevo idea di cosa stesse succedendo. Poi mi sono reso conto che potevo muovermi e sono sceso dall’abitacolo con le mie gambe, faccio ancora fatica a crederci”.

A soccorrere Pier Luigi sono state le due titolari di un market sotto i portici di via Genova, “due donne splendide che non finirò mai di ringraziare”, racconta il sopravvissuto. “Si sono precipitate verso di me, mi hanno aiutato a camminare e poi mi hanno assistito fino a quando non è arrivato il personale del 118. Anche loro sono stati eccezionali, così come i vigili e la polizia”, continua il 33enne.

Quindi il dramma dell’incidente: “Ho visto uno di quei poveri operai, immobile sull’asfalto. È un’immagine che continuo ad avere davanti agli occhi. Io mi sono salvato, loro no e mi dispiace”.

Una volta uscito dalla sua auto, Pier Luigi è stato trasportato in ospedale e da lì “ho trovato la forza di chiamare i miei familiari”. Lì, al triage del pronto soccorso, aggiunge Erre, “ho incontrato anche l’altra donna ferita. Lei era ancora più scossa di me e, quando ha capito che io ero alla guida della macchina grigia rimasta sotto il braccio della gru, mi ha detto: “Lei è un miracolato”. Lo ripeto, io non credo ai miracoli, però ci sono state troppe coincidenze tutte insieme. Non so cosa sia successo, ma è strano”.

Un ‘miracolo’ spiegato dai soccorritori, che hanno rivelato a Pier Luigi come “sarebbero bastati pochi centimetri e l’impatto sarebbe potuto essere fatale”. Forse, è l’ipotesi fatta dal sopravvissuto all’incidente, “è stato proprio l’ultima accelerata, quella spinta a scappare quando ho sentito il boato. In ogni caso sono stato salvato dalla resistenza e dalle protezioni della mia auto. Altrimenti sarei stato comunque schiacciato”.

Via Genova che, ricorda oggi Pier Luigi, “sembrava una scena di guerra, non ho mai assistito a niente del genere”. “Rivedo quel corpo a terra e nelle orecchie ho ancora quelle urla che non capivo da dove venissero – racconta il 33enne sardo -. Quando sono arrivato a casa ho fatto l’errore di accendere la televisione e ho visto la mia auto schiacciata. Non sono riuscito a dormire e mi viene la pelle d’oca ancora adesso”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.