Ancora notizie positive da Napoli, dove questa mattina quattro pazienti positivi al Coronavirus sono stati estubati dopo esser stati sottoposti al ‘protocollo Ascierto’, ovvero al trattamento col farmaco per l’artrite reumatoide Tocilizumab, attualmente in uso su circa 300 pazienti in Italia.

I quattro pazienti passeranno nelle prossime ore in reparto se le condizioni non dovessero peggiorare. Tra i quattro c’è anche un giovanissimo, un ragazzo di soli 27 anni che nei giorni scorsi era stato ricoverato, come riferito a ‘Il Riformista‘ dal direttore generale dell’Azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto) Maurizio Di Mauro.

I quattro era ricoverati in terapia intensiva al Monaldi. Si tratta di quattro uomini di 57, 58, 51 e, come detto, 27 anni. Quest’ultimo era ricoverato per una polmonite grave. Sono attualmente in ventilazione assistita in attesa di essere trasferiti in reparto.

“Abbiamo trattato per il momento un numero limitato di casi anche se il protocollo è stato riconosciuto dall’Aifa e sono circa 300 i pazienti trattati. Il dato bellissimo di questa mattina, che ci dà ancora più coraggio, è che quattro pazienti sono stati estubati al Cotugno e nel giro di 24 ore ritorneranno in reparto”. Così Maurizio Di Mauro, direttore generale Ospedali dei Colli (Monaldi, Cotugno, Cto), ai microfoni del Riformista sottolinea i risultati positivi riscontrati nei pazienti curati con il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite che ha dato miglioramenti nel trattamento della polmonite che complica l’infezione da Covid 19, con l’Aifa che ha dato l’ok, nei gironi scorsi, alla sperimentazione in tutta Italia su 300 pazienti.

“Tra loro  -aggiunge -anche un ragazzo di 27 anni. Questo per noi è un motivo d’orgoglio perché è un protocollo che nasce qui dai nostri scienziati, dalla nostra Regione e dobbiamo quindi essere soddisfatti della sanità che si produce in Campania”.

IL PRECEDENTE – La scorsa settimana altri due pazienti erano stati estubati. “Al primo era stato somministrato il farmaco il 7 marzo, al secondo il 10 marzo. Erano entrambi in rianimazione in prognosi riservata”, aveva spiegato Vincenzo Montesarchio, infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli. I due pazienti, rispettivamente 63 e 48 anni, sono stati i primi a far registrare questo miglioramento tra quelli che a Napoli vengono trattati con il Tocilizumab.

COME FUNZIONA IL TRATTAMENTOLo scorso 16 marzo era arrivato il via libera dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, sulla sperimentazione scientifica del Tolicizumab, con Napoli e Modena capofila.  Il farmaco non previene l’infezione da coronavirus ed è stato testato solamente sugli ammalati molto gravi. Dai primi dati a disposizione in Italia il Tocilizumab sta dando buoni risultati nei casi gravi di polmonite interstiziale.

“L’idea è nata perché noi usiamo l’immunoterapia nei tumori e alcuni effetti collaterali li trattiamo con il tocilizumab. Il meccanismo che sta alla base del distress del Covid -19 è molto simile a quello dei trattamenti oncologici per questo motivo abbiamo incominciato ad usarlo sui pazienti Covid. Inoltre ci siamo confrontati con i medici cinesi che avevano già usato il farmaco in 21 pazienti e in 20 si era registrato un miglioramento importante” ha raccontato all’agenzia di stampa Dire Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli, che insieme all’ospedale Cotugno, centro di riferimento regionale per l’emergenza coronavirus e specializzato in malattie infettive, ha utilizzato il farmaco tocilizumab nel trattamento dei primi pazienti in Italia con Covid-19.

“Il farmaco – precisa meglio Ascierto – agisce sulla complicanza di questo virus cioè sull’infiammazione importante che il Covid-19 crea. Insomma diminuisce l’iperattività del sistema immunitario che è quella che causa l’insufficienza respiratoria”. Molti si chiederanno ma i pazienti, una volta guariti, riprendono da subito la funzionalità respiratoria? “Quello che ci hanno detto i colleghi cinesi- risponde l’esperto- è che in due settimane dal trattamento i pazienti sono stati dimessi e sono tornati a casa. Chiaramente segue per loro un periodo di convalescenza nel proprio domicilio. Ma è davvero un grande risultato”. Per chiudere, però, Ascierto vuole ribadire che “l’isolamento contenitivo è la prima misura importante, l’unica che in questo momento può in qualche modo ridurre il numero dei contagiati. E’ quello che hanno fatto in Cina e ha dato i suoi risultati. La Cina sta uscendo dalla crisi ne usciremo sicuramente anche noi ma a patto di fare fronte unico”.

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