Ironia sui social
Dal Messico alla Casa Bianca, il muro di Trump si sposta a Washington per difendersi dalle proteste
Una delle grandi promesse della scorsa campagna elettorale, che lo hanno portato a conquistare la presidenza degli Stati Uniti, era quella di costruire un muro al confine col Messi a difesa dei suoi concittadini. Alla fine però Donald Trump è dovuto scendere ad un compromesso diverso e, per salvarsi dalle proteste di massa scoppiata dopo la morte per mano della polizia dell’afroamericano George Floyd, il muro lo ha costruito a difesa della Casa Bianca.
Le foto della recinzione costruita in fretta e furia davanti la residenza dei presidenti per contrastare i manifestanti ha fatto il giro del web, con grande ironia per la retromarcia del tycoon.
More fencing going up around the White House complex early this morning pic.twitter.com/VLBRnx1lgz
— Betsy Klein (@betsy_klein) June 4, 2020
Intanto in un Paese segnato da violenti scontri il presidente Donald Trump soffia sul fuoco delle contestazioni attirandosi le critiche sia dei precedecessori, Jimmy Carter e Barak Obama che, da ultimo, dell’ex capo del Pentagono James Mattis che ha accusato il tycoon di essere “divisivo” e di “deridere la Costituzione”. Subito è arrivata la replica del presidente che nei giorni scorsi si è scontrato anche con l’attuale segretario alla giustizia Mark Esper sullo schieramento dei militari per sedare le proteste. “Probabilmente l’unica cosa che Barack Obama e io abbiamo in comune è che entrambi abbiamo avuto l’onore di licenziare Jim Mattis, il generale più sopravvalutato del mondo”, ha scritto Trump rigorosamente su Twitter, “Ho chiesto la sua lettera di dimissioni e mi sono sentito benissimo”.
A fitting image to mark the end of this presidency. A vain, confused, furious man alone in a bunker, under a darkened White House, surrounded—at last—by his fence and his wall. pic.twitter.com/52d2UW9UMr
— Kieran Healy (@kjhealy) June 4, 2020
Sul tema il fronte dei repubblicani si è spaccato. Molti senatori hanno difeso l’operato del tycoon dalle critiche di Mattis, mentre la senatrice Lisa Murkovski si è schierata con l’ex capo del Pentagolo, giudicando le sue parole “vere e oneste”.
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