Nemmeno il tempo di dare il via alla campagna vaccinale contro il Covid che subito sono divampate le polemiche. È bastato che il governatore campano Vincenzo De Luca divulgasse la foto che lo ritrae mentre un operatore sanitario gli inocula il farmaco messo a punto dalla Pfizer-Biontech per scatenare le opposte tifoserie: da una parte, quelli che criticano il presidente della Campania per aver sottratto una dose a soggetti più esposti al rischio di contagio; dall’altra, quelli che apprezzano il suo “coraggio”. In realtà, entrambe le fazioni sbagliano. O, quantomeno, non analizzano la vicenda dalla giusta prospettiva.

Nel primo caso, l’esempio (negativo, manco a dirlo) è ancora una volta offerto da Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli non ha perso tempo per bollare il gesto di De Luca come un «un inqualificabile e indegno abuso di potere». Certe parole non solo dimostrano il bassissimo livello raggiunto dal confronto tra i due principali attori della vita politica cittadina, ma rivelano anche l’idea che quasi tutti i comportamenti adottati da un pubblico amministratore debbano essere censurati e puniti. Il che significa spalancare le porte all’autoritarismo più becero.

Quanto ai “fan” di De Luca, anche la loro posizione è discutibile. Quello del governatore, infatti, non può essere classificato come un atto di coraggio né come un gesto finalizzato a far sì che il cittadino medio superi il naturale scetticismo verso un vaccino testato, autorizzato e messo sul mercato a tempo di record rispetto agli standard. Un atto di coraggio è stato quello del presidente russo Vladimir Putin che ha fatto vaccinare la figlia quando il farmaco Sputnik era ancora in fase di sperimentazione. Un efficace invito a sottoporsi al trattamento anti-Covid è stato quello del presidente americano Joe Biden che rappresenta l’intera nazione e non solo una parte di essa, come nel caso di De Luca.

La verità è che il governatore campano si è vaccinato violando le regole stabilite dal Governo e senza concordare questa scelta con i colleghi delle altre Regioni ai quali, infatti, l’antidoto al Covid non è stato ancora somministrato. Così De Luca ha dimostrato l’incapacità di dialogare con gli altri livelli istituzionali direttamente coinvolti nella campagna vaccinale. Si è paradossalmente allineato agli esponenti politici di altri Paesi – non solo Biden, ma anche il presidente ceco Andrj Balbis e il premier greco Kyriakos Mitsotakis si sono sottoposti al trattamento anti-Covid prima degli altri – e non agli altri rappresentanti istituzionali del Paese di cui egli stesso fa parte. Ecco perché ora è doveroso che il presidente della Campania faccia chiarezza. Non tanto sulle ragioni del suo gesto, che ha già provveduto a spiegare, quanto sulle motivazioni che l’hanno spinto a beneficiare della prima tranche di vaccini, destinata dal Ministero della Salute a operatori sanitari e ospiti delle Rsa violando apertamente le regole fissate dal Governo: questione di trasparenza ed equilibrio tra istituzioni.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.