L’attentato contro il negozio di Bianca Pinelli, poche notti fa, è un’evidente recrudescenza del crimine organizzato. Pinelli non ha mai ricevuto richieste estorsive, ma cinque mesi fa la sua auto si era “misteriosamente” incendiata e gli investigatori finora non hanno saputo dare spiegazioni. Tutto ciò testimonia la riorganizzazione della camorra nella zona collinare della città. Sarebbe grave ogni forma di sottovalutazione, anche perché quell’esplosione avrebbe potuto avere risvolti ben più drammatici. Napoli vive da tempo in una sorta di sospensione, senza alcuna guida e con un sistema istituzionale debole e in continuo conflitto.

L’assenza di autorevolezza e di capacità di controllo del territorio hanno aperto autostrade alla criminalità. In questi mesi vi sono stati esempi eclatanti, tra questi i vari murales dei volti di delinquenti finiti in scontri tra bande o con le forze dell’ordine. La necessità di cancellare questi “altarini”, invece, ha fatto sviluppare un dibattito in cui si sono avventurati tanti “intellettuali” o pseudo tali. È chiaro che la crisi sociale e politica lascia spazi immensi a qualunquismo, sopportazione e varie forme di illegalità. D’altra parte, però, basta vedere cosa succede nelle strade cittadine a fronte delle regole anti-Covid. Interi quartieri sono abbandonati alla stoltezza di giovani maleducati e arroganti, senza alcuna azione di contenimento.

Sono convinto che, a fronte di una drammatica debolezza della politica, tutte le istituzioni abbiano abbassato la guardia. Prefetto e questore sono silenti oppure parlano solo nelle iniziative pubbliche. Il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, un tempo, serviva a programmare gli interventi in tutto il territorio metropolitano. Oggi che fa? Il sindaco dovrebbe contribuire a organizzare gli interventi delle forze di polizia, ma Luigi de Magistris, in dieci anni, è stato inerte e subalterno. Il potere pubblico è diventato un ricordo del passato remoto. Anche la cosiddetta società civile è andata in pensione, preferendo discussioni da salotto.

Intanto, nelle bande criminali, vi sono lotte cruente per conquistare il dominio e nuovi e giovani capi usano la violenza per impadronirsi del territorio. Credo che in questo quadro rientri l’attentato dei Colli Aminei. Pinelli e famiglia vanno difese dallo Stato. La vicenda deve mettere tutte le forze sane in allerta. Bisogna ricostruire un clima di solidarietà e partecipazione. I quartieri cittadini vanno tutelati e il crimine contrastato senza esitazioni, con una rinnovata solidarietà politica e istituzionale. È indispensabile, come avvenne nel 2006, un nuovo accordo tra le istituzioni locali e le forze dell’ordine per un miglior uso delle risorse economiche e umane contro il crimine. Si potrebbe facilmente fare se ci governo cittadino e regionale fossero disposti a lavorare in sinergia per combattere la camorra. Purtroppo le elezioni amministrative sono state irrazionalmente rinviate e Napoli dovrà rimanere ancora per mesi in mani incapaci.