La decisione
A Napoli lo Stato mostra solo i muscoli: via altarini e murales dedicati ai morti ammazzati
Napoli cancella dai muri della città graffiti e altarini “riconducibili a eventi o persone riferibili alla criminalità organizzata”. In seguito a quanto stabilito nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dell’area metropolitana dello scorso 4 marzo, presieduta dal Prefetto di Napoli, Marco Valentini, sono partite questa mattina le operazioni di rimozione delle icone che inneggiano alla malavita. Nel mirino degli operatori di Palazzo San Giacomo sono finiti oggi una scritta realizzata all’ingresso della Villa Comunale in via Ortolani, nel quartiere San Pietro a Patierno, dedicata a benvenuto Gallo, il ragazzo sparato a novembre dello scorso anno con un colpo alla nuca, e un “altarino” installato all’interno del parco “Troisi”, nel quartiere San Giovanni, in memoria di Ciro Varrello, detto “a Banana”, morto a 24 anni nel gennaio del 2013 in un agguato nel suo quartiere.
“Il programma di interventi – fanno sapere dal Comune – proseguirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, con la finalità di ripristinare il rispetto della legalità con la progressiva rimozione di manufatti o altri simboli che insistono abusivamente sulla pubblica via, ferma restando l’eventuale sussistenza di specifici reati”.
Il provvedimento arriva dopo la decisione che ha fatto discutere nelle settimane scorse di rimuovere il murales dedicato a Luigi Caiafa, il baby rapinatore di 17 anni ucciso il 4 ottobre scorso da un poliziotto nel corso di un tentativo di rapina in via Duomo. Nelle prossime settimane potrebbe essere cancellato anche il volto di Ugo Russo da un edificio nei Quartieri Spagnoli: il ragazzo morì per i colpi sparati da un carabiniere in seguito a una rapina a Santa Lucia. A fine febbraio il Tar ha sospeso l’ordinanza di rimozione del murales fino al 17 marzo, quando si svolgerà l’udienza di merito.
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