L’ex segretario provinciale napoletano, oggi deputato del Partito Democratico, Marco Sarracino lasciato in una stanza al buio e senza riscaldamenti (era proprio necessario specificarlo?) per alcuni minuti in segno di protesta. Quanto successo a Gragnano lo scorso 10 febbraio cristallizza come meglio non poteva la situazione dei Dem nel capoluogo partenopeo: un partito che non riesce a rialzare la testa, segnato da liti interne, da vendette consumate nel tempo e da minacce di denuncia e controdenuncia.

Animi tesissimi nel comune napoletano famoso per la produzione di pasta dove venerdì 10 febbraio era in programma il congresso degli iscritti del Partito democratico. Presenti oltre al deputato Marco Sarracino, fino al settembre scorso segretario provinciale e, e il garante Lorenzo Fattori di Articolo 1. La riunione, andata in scena non in un circolo (non esiste a Gragnano) ma in un locale privato messo a disposizione dalla famiglia del consigliere comunale locale Antonio Marinaro.

Nemmeno il tempo di iniziare e partono subito le accuse a Sarracino presente a Gragnano perché coordinatore organizzativo della mozione Elly Schlein, in corsa per la segretaria nazionale del partito con Stefano Bonaccini. Gli esponenti locali dei dem ricordano all’onorevole lo smacco riservato loro alle ultime elezioni comunali. La segretaria del circolo (che però non esiste) contesta la decisione prese all’epoca da Sarracino di non concedere il simbolo del Pd per la lista presentata alle amministrative perché c’era il rischio di un eventuale patto con una civica considerata vicina al centrodestra. Una decisione che gli esponenti locali del circolo Dem di Gragnano non hanno digerito, tanto da chiedere a Sarracino di lasciare i locali del congresso.

Il deputato resiste e viene lasciato al buio insieme al garante Fattori per alcuni minuti. “A un certo punto abbiamo capito che non ci avrebbero fatto celebrare il congresso – racconta Fattori al Corriere del Mezzogiorno – perché hanno staccato la corrente, siamo rimasti al buio e senza neanche la stufetta che ci riscaldava. E hanno bloccato l’ingresso. Insomma non si poteva né uscire né entrare”.

La situazione resta testa anche perché i rappresentati locali contestano l’iscrizione al partito di soggetti vicini ad ambienti del centrodestra. Le accuse sono rivolte al gruppo Schlein. “State legittimando l’ingresso nel Pd di soggetti che si sono candidati con l’attuale sindaco di centrodestra” attacca Marinaro, così come riportato da Repubblica, lamentando “il rispetto delle regole a fasi alterne”.

Altro aspetto “sorprendente” è la rinascita, nel giro di 48 ore, dei Giovani democratici (Gd) che a Gragnano non sono operativi dal 2016. Dopo sette anni e nel giro di poche ore i nuovi iscritti sono ben 29. Scrive Repubblica: si sarebbe passati da 32 vecchi iscritti a una settantina, compresi i Gd che sono la federazione storica di Sarracino. La situazione resta tesa per circa un’ora tanto da costringere il garante Fattori a segnalare tutto al presidente della commissione provinciale Gino Gimmino che invita i presenti a spostare il voto in un’altra sede.

Così il congresso del Pd da un locale privato si sposta nel chiostro di Sant’Agostino, una proprietà comunale data in uso alla chiesa. La votazione viene effettuata e l’esito è il seguente: 42 per Schlein, 2 per Gianni Cuperlo e zero per Bonaccini. I sostenitori del governatore dell’Emilia-Romagna decidono di disertare il voto nel chiostro di Sant’Agostino e di non rinnovare dopo anni la tessera del partito.

“In Consiglio comunale – spiega Marinaro all’AdnKronos – mi dichiarerò non del Pd e poi vedremo cosa succederà a livello provinciale e nazionale. Di certo allo stato non mi rivedo in questa struttura di partito in cui si applicano le regole a fasi alterne. Mi dispiace che Schlein, che denuncia brogli in tutta Italia, non dica nulla sulla vicenda di Gragnano. Dovrebbe intervenire sia sul tesseramento permesso ad ex candidati del centrodestra, sia sulla comparsa dalla sera alla mattina di questi 30 esponenti dei Giovani democratici”.

Redazione

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