E’ ricercato da oltre 48 ore. Era atteso in carcere la sera del 15 marzo (alle 21) Michele Greco, 41enne originario di Siracusa ma trapiantato in un piccolo comune in provincia di Brescia da circa 20 anni con i genitori. Non è rientrato nel carcere Montorio di Verona dove sta scontando una condanna a 19 anni per rapina aggravata e altri reati. “E’ una fuga d’amore” spiega Franco, papà del 41enne arrestato 15 anni fa e con un residuo di pena, considerati i benefici, di poco superiore ai tre anni.

E’ un appello disperato quello del genitore 63enne, che insieme alla moglie Adele, 65 anni, spera che il figlio possa rientrare quanto prima in carcere per non peggiorare la sua situazione. “Era in permesso premio per 15 giorni – spiega Franco-, non è la prima volta che ne usufruisce e sono stato sempre io ad accompagnarlo nuovamente in carcere, sempre in anticipo, sempre cinque minuti prima e mai dopo” precisa. Due settimane trascorse in famiglia, con la compagna (che vive a Roma) e con i due figli di quest’ultima di 8 e 6 anni.

Il pomeriggio del 15 marzo, giorno in cui sarebbe dovuto rientrare a Montorio, “Michele mi ha chiesto di non accompagnarlo a Verona perché era riuscito ad avere un passaggio da un amico, che avrebbe portato lui in carcere e la compagna all’aeroporto veronese per rientrare a Roma”.

Da allora Franco e Adele non hanno più avuto contatti con il figlio. “La mattina seguente, dopo aver parlato con gli agenti del carcere che ci informavano del mancato rientro di Michele, abbiamo provato a chiamare la compagna”. Una telefonata che ha alimentato ansie e preoccupazioni ai due genitori: “Lei ci ha spiegato che hanno fatto un incidente all’altezza di Siena mentre erano diretti a Roma. Un incidente avvenuto alle 4 di notte con la donna e i due figli ricoverati in ospedale dopo aver riportato diverse fratture e contusioni”.

A questo si aggiunge anche un altro dettaglio. “Nel nostro paese in provincia di Brescia è sparita un’auto, probabilmente rubata con l’amico per accompagnare la compagna e i figli a Roma”. Un incidente avvenuto nel cuore della notte con la compagna che ha raccontato ai genitori del 41enne di aver visto il contachilometri “sfiorare i 200 all’ora. Poi avrebbe detto a nostro figlio di scappare per evitare di essere arrestato davanti ai suoi bimbi piccoli”.

Genitori preoccupati soprattutto per le condizioni di salute del figlio. “Dopo un incidente a quella velocità non può non essersi fatto nulla – commenta amareggiato Franco -. Ha già problemi alla milza e a una spalla, prende 25 gocce la mattina e 25 la sera per l’epilessia”.

Giorni di dolore e sconforto stanno vivendo i genitori di Michele che si sono rivolti all’associazione Sbarre di Zucchero che già da tempo stava aiutando sia il 41enne che la compagna. “Gli mancano pochi anni alla libertà, con l’avvocato – sottolinea Franco – tra qualche mese avremmo potuto fare richiesta dei domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali, e invece ha complicato tutto dopo aver trascorso già 15 anni in carcere”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.