Il "Che Guevara di Roma nord"
Di Battista piace più di Conte e Schlein: il “mullah Dibbah”, la linea anti-Israele e il ritorno in politica
E se l’escalation di Alessandro Di Battista servisse a spianare la strada all’ex deputato verso il ritorno in politica? È questa la domanda che circola con insistenza tra gli addetti ai lavori a partire dall’indomani degli attacchi di Hamas a Israele. Impossibile, infatti, non notare l’attivismo dell’ex grillino. In prima linea per quella che lui chiama la “questione palestinese”. Concetti estremi, opinioni controverse. Ma soprattutto boom di visualizzazioni e like sulle piattaforme social. Con tanto di migliaia di condivisioni di un intervento di Dibba a DiMartedì da parte degli utenti del mondo arabo. Di Battista è di nuovo una star. E a furia di accusare lo stato ebraico di “terrorismo di Stato” e “genocidio”, l’ex parlamentare opinionista si sta ritagliando un ruolo di primo piano all’interno del variegato e confuso mondo “pacifista”.
Di Battista, il “Che Guevara di Roma nord” anti Israele: “La sua linea sulla Palestina piace ai pacifisti”
Un punto di riferimento per chi critica, sempre e comunque, Israele e i suoi alleati occidentali. Una nicchia non da poco, in un paese come l’Italia. Infatti Di Battista non si tira indietro. Sforna un video dopo l’altro sul suo canale YouTube, è ospite fisso di Giovanni Floris a DiMartedì su La7 e sfila a Roma in un discusso corteo pro-palestinese. Sotto ai suoi video colleziona complimenti, soprattutto da parte degli elettori del Pd, delusi dall’atteggiamento della segretaria Elly Schlein. Il quotidiano Libero ha dedicato a Di Battista una prima pagina in cui l’ha definito il “mullah Dibbah”. Lui, con malcelata soddisfazione, ci ha fatto un altro video su YouTube. Consapevole del fatto che erano anni che non aveva questa visibilità e che non era così presente nel dibattito pubblico italiano. Anche Il Fatto Quotidiano, il giornale con cui collabora, ha riservato al “Che Guevara di Roma Nord” un articolo in cui viene definito come “la spina nel fianco degli ex giallorosa”. Con tanto di annotazione: “La sua linea sulla Palestina piace tra i pacifisti”. E ancora: “Alle europee mezzo M5s lo candiderebbe e Santoro lo insegue”. Un messaggio, quello di Marco Travaglio, indirizzato a Schlein e Conte, troppo timidi e troppo poco anti-occidentali su Israele e Ucraina?
Di Battista ritorna in politica? Grillini e Santoro lo corteggiano…
Quel che è sicuro è che all’interno del M5s in tanti continuano a contattare “Ale” per chiedergli pareri, per convincerlo a scendere in campo sotto le insegne del suo ex Movimento. “L’unico che potrebbe competere con Conte per la leadership è Di Battista, ma per il momento è fuori dal M5s”, spiega un dirigente dei Cinque Stelle. Ma Di Battista è corteggiato anche dai contiani, convinti che una sua corsa alle europee possa rappresentare un valore aggiunto importante in termini di consenso per i pentastellati, utile ad avvicinarsi sempre di più al Pd di Schlein. Conte, al solito, traccheggia. E però l’ex deputato tribuno ha dei programmi ben più ambiziosi per il suo futuro. Dibba è deciso a stare fermo ancora un altro giro. Nessuna candidatura. Né con il M5s né con il listone pacifista di Michele Santoro e compagni. L’obiettivo è di più ampio respiro rispetto a un seggio al Parlamento europeo. Di Battista confida in un risultato non esaltante dei Cinque Stelle di Conte, ma non vuole sfidare l’ex premier per soffiargli la leadership pentastellata, come invece vorrebbe spingerlo a fare l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. L’ex deputato crede che dopo il voto dell’anno prossimo possa esserci lo spazio per mettersi in proprio. Chi lo ha sentito nelle ultime settimane parla di un Di Battista molto su di giri, speranzoso di poter quotare una sua nuova creatura politica a partire già dal 3-4%.
Intanto bisogna continuare a macinare followers sui social e a spararla sempre più grossa in televisione. Senza dimenticare di lavorare su quello che dovrebbe essere l’embrione di un ipotetico progetto politico, ovvero l’associazione culturale di Di Battista, che si chiama “Schierarsi”. Un movimento che sta cominciando a radicarsi su tutto il territorio nazionale e che grazie all’escalation di Dibba contro Israele continua a crescere come numero di iscritti. L’ex grillino ci crede.
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