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Dimissioni Toti, la sinistra forcaiola scende in piazza: da Schlein a Conte passando per Fratoianni. L’esercito giustizialista e la fine scontata

Sarà bello, oggi a Genova, vedere Nicola Fratoianni – che ha lottato per la scarcerazione di Ilaria Salis, fino a condurla per mano alla soglia del Parlamento europeo – usare la stessa vigoria e lo stesso entusiasmo nel manifestare contro il detenuto Giovanni Toti. In piazza non per far scarcerare, ma per prendere a pugni uno che è già prigioniero, fino a dargli il calcio finale con la richiesta di dimissioni. E passi per il giovane immaturo della sinistra più forcaiola, che evidentemente non legge neppure più il Manifesto, dal momento che proprio sul quotidiano comunista abbiamo letto le perplessità sulla custodia cautelare cui è sottoposto il governatore della Liguria. Il suo è un piccolo partito, oltretutto associato a quel che resta della tradizione ambientalistica, oggi nelle mani di Angelo Bonelli, uno che ha piantato la tenda nei corridoi delle Procure dove gode di perenni orgasmi con esposti e denunce. Il suo vero pane quotidiano, più saporito di quello dei campi di grano.
La presenza di Schlein
Ma che dire della segretaria del Pd Elly Schlein? Oggi alle 17:30 in piazza de Ferrari, non proprio davanti al palazzo della Regione ma su un palco un po’ di lato, quello di Palazzo Ducale, lei ci sarà. Incoronata come una regina. E ci saranno piccole folle, dal momento che tutta la Liguria di sinistra è stata mobilitata e la macchina organizzativa è partita con grandi rombi di cannone. Si fa sapere che ci saranno “pullman gratuiti” che potranno arrivare da ovunque, persino da fuori Regione.
Una manifestazione nazionale dal titolo impegnativo, “Liguria, diritto al futuro”, che pare la rivendicazione di qualcuno che sia stato espropriato di un diritto. Come se le due vittorie di Giovanni Toti fossero state il frutto di un colpo di Stato e non di libere elezioni.
Libere proprio come quelle che si tengono nelle altre Regioni, magari come in Emilia o in Puglia. Regioni nelle quali magari i partiti dei governatori hanno ricevuto contributi elettorali perfettamente legali da imprenditori, società e cooperative, e poi hanno svolto regolarmente i propri compiti amministrativi senza fare distinzione tra quelli che avevano elargito e quelli che no. Proprio come ha fatto Toti in Liguria. Solo che lui è indagato e anche detenuto. E contro questo detenuto, novello San Sebastiano, sono invitati alla battaglia anche i sostenitori del Pd.
Lo squillo di tromba è arrivato dalla stessa Schlein: “Prepariamoci perché parte una nuova estate militante. Restiamo mobilitati per i temi da portare nel paese. Ci aspetta un grande lavoro di mobilitazione e militanza”. Non sono passati che pochi giorni da questo impegno da combattente, e non dubitiamo che da quel palco di piazza de Ferrari la segretaria del Pd parlerà anche di valori e programmi. Ma lo farà in una piazza in cui la sua gente è stata chiamata a raccolta per cacciare l’invasore, e di fianco a uno (ancora Fratoianni) che dice nelle interviste di essere lì per “dissequestrare la Liguria” alla testa di una sorta di movimento di liberazione. Peccato che Toti sia stato arrestato il 7 maggio, poco dopo la data del 25 aprile, sennò sai che soddisfazione…
E ci sarà sotto il palco, perché pare che – nonostante sia in trepida attesa della candidatura – non sia stato autorizzato a salire insieme ai leader di partito, quell’Andrea Orlando che denuncia ogni giorno (come un parroco di campagna) il “disastro morale e politico” del governo di centrodestra in Liguria, sollecitando Toti a sgomberare il campo e fargli posto. Sarà questo l’impegno della sua militanza, onorevole Schlein? Sarà questa la svolta, dopo decenni di sonnacchiosa burocrazia del suo partito, che porterà alla ritrovata voglia di liberare passioni e sogni, magari tornare ad attaccare manifesti e assieparsi in fumose riunioni di partito e tornare a dire in premessa “nella misura in cui” e non scandalizzarsi di definirsi “compagni”? Compagni di tutto o compagni di niente? Certo, sarà dura la militanza con l’ordinanza dei giudici sottobraccio. E senza vergogna la chiamata alle armi per arrivare alla vittoria nelle aule giudiziarie. E poi, sai che soddisfazione mettersi a gridare in coro “dimettiti” a uno che non ti può neppure rispondere, perché il magistrato glielo vieta. Perché quel grido della piazza, nella casa di Ameglia dove il governatore è rinchiuso da due mesi e mezzo, non potrà arrivare.
Una battaglia già persa
Se non tenete conto di questo, cari manifestanti e meno cari sostenitori come lo scrittore Maurizio Maggiani (il quale è dispiaciuto perché a Toti “è stato addirittura permesso di andarsene a votare”), avete già perso la vostra battaglia. Quella della politica che deriva dalla passione e non dal calcolo. Potrete forse vincere anche le prossime elezioni regionali in Liguria, così come avete perso in Calabria, Basilicata e Umbria dopo le inchieste giudiziarie che hanno riguardato i vostri governatori. Ma tenete conto di due considerazioni. La prima: non pensate di aver perso in quelle Regioni non perché i vostri elettori fossero dalla parte dei pm, ma al contrario perché voi stessi avevate abbandonato i vostri figli migliori, che poi saranno assolti? La seconda è conseguenza della prima: siete proprio sicuri che un Toti vittima dell’ingiustizia e anche della vostra piazza-gogna non sia ancora la carta vincente del centrodestra alle prossime elezioni? A proposito, su quel palco oggi ci sarà anche Giuseppe Conte. Carlo Calenda invece no, ma Azione sì.
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