“Niet Voine”, era scritto sui due cartelli scritti e colorati a pennarello. “No alla guerra”, la guerra in Ucraina: quella che il Presidente della Russia Vladimir Putin ha annunciato come un’operazione di “smilitarizzazione” e “denazificazione” ormai una settimana fa. Per quei cartelli colorati, esibiti in piazza, in una protesta tutt’altro che violenta, sono stati arrestati cinque bambini a Mosca, tutti dai sette agli 11 anni. Arrestati mentre manifestavano per la pace nei pressi dell’Ambasciata ucraina di Mosca.

La fotografia con una bambina scattata in una stazione di polizia ha fatto il giro dei social da ieri. La notizia era stata diffusa per prima dall’antropologa Aleksandra Arkhipova. Le madri Ekaterina Zavizion e Olga Alter sono state denunciate a piede libero. Hanno raccontato di aver subito delle minacce: di esser private della custodia genitoriale. I bambini sono stati rilasciati dopo qualche ora. Si chiamavano Liza, Gosha, Matvey, David e Sofya.

I loro disegni: la bandiera russa e quella ucraina a formare un cuore, fiori, scritte come “niet voine”. Circola su Facebook un video dell’arresto che mostra tre bambini seduti in terra e una che piange dietro le sbarre. La vicenda segue gli arresti che sono stati denunciati nei giorni scorsi da diversi media e organizzazioni in Russia: sarebbero oltre 7.500 le persone arrestate per le proteste contro la guerra in Ucraina secondo l’organizzazione Ovd-Info.

La vicenda è stata subito rilanciata dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che sui suoi account Twitter ha rilanciato foto e video dell’accaduto. “Putin fa la guerra ai bambini. In Ucraina, dove i suoi missili hanno colpito asili e orfanotrofi, e anche in Russia. Questi bambini hanno passato la serata in cella per i loro cartelli con scritto ‘no alla guerra’. Questo è il livello di paura che ha quest’uomo”. Si moltiplicano in queste ore i video di soldati russi catturati dalle forze ucraine.

È una fase molto mediatica della guerra – un conflitto interamente seguito live tramite i social – anche per le strumentalizzazioni dei suoi protagonisti. Abissali le differenze sulle vittime, per esempio, riportate nei bollettini dei due Paesi. La Russia ha comunicato 498 caduti. Kiev ha parlato di 9.000 soldati russi uccisi. Mosca ha parlato inoltre di 2.870 morti da parte ucraina, l’altra parte ha parlato di duemila civili uccisi dall’invasione. Oggi il secondo round di negoziati.

Le violenze non hanno comunque risparmiato i bambini. Alcuni sono morti sotto i bombardamenti, altri in operazioni militari. Migliaia in fuga con le famiglie verso l’Europa: per le Nazione Unite sono oltre un milione i profughi ucraino dall’inizio delle operazioni. Il Presidente Volodymyr Zelensky lunedì scorso ha parlato di almeno 16 bambini morti e 45 feriti a causa del conflitto. Reparti di maternità sono stati trasferiti nei sotterranei e nei rifugi per proteggere le madri e i neonati.

 

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.