Piazza Municipio potrebbe già cambiare nome e chiamarsi piazza della discordia. Vent’anni per rivedere la luce del sole, due giorni per sprofondare nelle polemiche che la nuova versione della piazza ha scatenato. Il tempo di tagliare il nastro e dare la buona nuova ai cittadini che è iniziato il festival delle critiche. Prima sui quotidiani locali, poi con azioni formali. E così l’Area Consiglio Comunale Commissione Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile guidata da Nino Simeone ha inviato una missiva all’indirizzo dell’Assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza, al Servizio Linee Metropolitane Urbane e all’ingegnere Serena Riccio. Il motivo della lettera è presto spiegato, la Commissione vuole avere gli atti delle opere e quindi progetti e tempistiche prima che le stesse vengano inaugurate e consegnate alla città.

Nel documento ufficiale, quindi, si legge: Richiesta atti stazioni metropolitana. In merito ai lavori per la realizzazione della metropolitana di Napoli questa Commissione, per promuovere un più alto livello di partecipazione rispetto alla realizzazione di opere strategiche e per conoscere preliminarmente l’impatto ambientale e architettonico che potrebbero avere con il tessuto urbano preesistente; Chiede, a stretto giro, tutti gli atti e progetti, preliminari ed esecutivi, con i relativi cronoprogramma, di tutte le opere in superficie delle stazioni della metropolitana di Napoli che saranno consegnate in futuro alla nostra città. Resta da capire come reagirà alla lettera l’ingegnere Edoardo Cosenza e quanto impiegheranno gli uffici a fornire i documenti richiesti dalla Commissione. Torniamo alla discussione. Subito dopo l’inaugurazione del tratto che va dall’ingresso della sede del Comune di Napoli verso il mare, erano scoppiate le prime polemiche: non c’è verde, se non quattro alberi, non ci sono servizi, c’è solo una colata di cemento che in estate diventerà di fuoco.

Mentre il presidente Simeone scriveva a Cosenza, il sindaco di Napoli, pure lui destinatario di una missiva nella quale gli si chiede di intervenire subito, ha tentato di mettere a tacere le discussioni. «Questo progetto è stato fatto 20 anni fa da uno dei più grandi architetti viventi. La piazza non è ancora completa, quindi per dare un giudizio estetico dobbiamo aspettare il completamento» ha spiegato Manfredi. Critiche, come detto, anche per la mancanza di verde, la piazza è spoglia. Così Manfredi ha tentato di metterci una pazza e ha ricordato che la parte centrale della piazza, quella riaperta nei giorni scorsi, «rappresenta il tetto della stazione, quindi è chiaro che in quella parte non si possono mettere alberi che hanno le radici e hanno bisogno del terreno sotto. Aspettiamo il completamento della piazza e poi daremo un giudizio complessivo – ha aggiunto Manfredi – partendo dal presupposto che le grandi opere di architettura dividono sempre. Sicuramente è stato coinvolto uno dei più grandi architetti al mondo e questo è garanzia di un intervento di alto livello. L’obiettivo dell’architetto è quello di avere una prospettiva e a me piace l’idea che dalla piazza sotto Palazzo San Giacomo si vedano finalmente il mare e anche la Stazione Marittima, e viceversa. Credo che questa sia la filosofia dell’architetto. Poi c’è tutta l’area archeologica che è stata scoperta e che sarà molto bella quando sarà completata. Infine – ha concluso – ricordiamoci che il vero valore della piazza è tutto il sistema di trasporto che c’è sotto: ci sono 2 stazioni che connettono praticamente tutta la città ed è un nodo trasportistico fondamentale sul porto». Per ora la stazione della metropolitana è ancora chiusa, lavori in corso. Insomma, un’approssimazione che non è piaciuta a gran parte dei cittadini e degli addetti ai lavori.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.