La baby criminalità: le foto diffuse sui social
Doppio blitz a Napoli dopo gli omicidi di Emanuele Tufano ed Emanuele Durante: i video dell’agguato, gli spari e la fuga senza casco

Un doppio blitz di polizia e carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, e dalla Procura Minorile diretta da Patrizia Imperato, è stato effettuato nelle prime ore di giovedì 8 maggio nel centro del capoluogo partenopeo, in particolari tra i quartieri Sanità e Mercato.
Tre ordinanze nei confronti di 16 persone (tra cui sei minori), alcune minorenni, ritenute responsabili sia dell’omicidio di Emanuele Tufano, 15 anni, ucciso da “fuoco amico” in una traversa di corso Umberto nella notte del 24 ottobre 2024, e di Emanuele Durante, 20 anni, ucciso lo scorso 15 marzo in via Santa Teresa degli Scalzi, non molto lontano dal Museo Nazionale, mentre era alla guida della sua Smart in compagnia della fidanzata.
L’omicidio di Emanuele Tufano, 15 anni: pioggia di piombo tra paranze, ucciso da “fuoco amico”
Due omicidi avvenuti a 5 mesi di distanza ma che sarebbero collegati tra loro perché Tufano, incensurato, era il cugino di primo grado di un affiliato al clan Sequino che, scarcerato a fine gennaio scorso, avrebbe svolto delle ‘indagini’ interne all’organizzazione per capire chi avesse ucciso il 15enne, ‘convocando’ anche Emanuele Durante. Poi, stando alla ricostruzione degli inquirenti, la decisione sarebbe ricaduta su quest’ultimo per motivi tuttavia poco noti.
Tufano, incensurato, venne raggiunto da un proiettile alla schiena nel corso di un conflitto a fuoco avvenuto all’angolo tra via Carmeniello al Mercato e il Corso Umberto I tra due paranze: una proveniente dal Rione Sanità, di cui faceva parte insieme proprio a Durante (erano almeno in dieci in sella a cinque motorini), l’altra da piazza Mercato e composta da almeno quattro persone a bordo di due scooter.
Nel video diffuso dalla polizia si vedono almeno quattro scooter tornare nel Rione Sanità dopo la pioggia di piombo. Una telecamera registra gli spari, almeno 11, prima della fuga dei rispettivi gruppi. A terra resta Tufano (colpito, secondo la ricostruzione investigativa, stesso dai suoi amici), feriti due suoi amici: un 17enne raggiunto da un colpo d’arma da fuoco al braccio e un 14enne che ha riportato escoriazioni in seguito alla caduta dallo scooter.
Successivamente, giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato uno scenario raccapricciante: il corpo senza vita di Tufano vicino allo scooter e per oltre 100 metri decine di bossoli. A sparare, secondo la ricostruzione della Scientifica, sarebbero state almeno cinque armi diverse. “Un miracolo che sia morto solo Tufano” spiega Giovanni Leuci, a capo della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Per questo episodio sono state arrestate 14 persone: otto maggiorenni, sei minorenni (nell’ordinanza rientrava anche Durante, poi ucciso quattro mesi dopo). Dovranno rispondere di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco tutti aggravati dalle modalità mafiose. In un secondo filmato, sempre diffuso dalla polizia, si vedono una serie di foto di ragazzini armati di pistole e fucili. Foto diffuse anche sui social.
L’omicidio di Emanuele Durante nel traffico: killer senza casco
Per l’omicidio di Emanuele Durante, avvenuto poco dopo le 18 di sabato in una trafficata via Santa Teresa degli Scalzi sono state arrestate due persone. Nel video diffuso dai carabinieri si vedono i due presunti responsabili prima effettuare un sopralluogo in scooter vicino alla Smart nera parcheggiata. Poi le telecamere immortalano la scena dell’omicidio con i due killer, clamorosamente a volto scoperto, che affiancano la mini-vettura con Durante alla guida, esplodono un colpo d’arma da fuoco nel traffico (si intravede la fiammata), poi fuggono.
Durante è ferito (morirà poco dopo l’arrivo in ospedale), tampona l’auto davanti e poi perde lentamente il controllo della Smart, andando alla deriva nella corsia di marcia opposta. Vicino a lui c’è la fidanzata, sotto choc. I due indagati sono gravemente indiziati di essere responsabili a vario titolo e in concorso tra loro dell’omicidio.
Il comunicato dell’operazione:
Le capillari attività investigative della Squadra Mobile di Napoli hanno consentito di accertare che Tufano Emanuele è stato ucciso nel corso di un gravissimo conflitto a fuoco, iniziato in via Antonietta De Pace e conclusosi in via Carminiello al Mercato, tra due gruppi contrapposti di giovani, alcuni dei quali minorenni, provenienti dai quartieri Sanità e Mercato che, con le tipiche modalità della criminalità organizzata, si sono affrontati utilizzando almeno 5 armi ed esplodendo gli uni contro gli altri, ad altezza d’uomo e con l’intenzione di uccidere, numerosi colpi e, per un errore nell’uso dei mezzi di esecuzione, Tufano Emanuele veniva ucciso da uno dei componenti del suo stesso gruppo della Sanità.
Tale conflitto armato è maturato nell’ambito di contrasti tra gruppi criminali emergenti intenzionati ad acquisire il potere egemonico su diversi quartieri cittadini, mediante atti dimostrativi di supremazia criminale e controllo violento del territorio.
Grazie alle meticolose investigazioni della Squadra Mobile sono state identificate le 14 persone -otto maggiorenni e sei minori- che hanno partecipato allo scontro armato, destinatarie del provvedimento cautelare.
Riguardo all’omicidio di Durante Emanuele, le approfondite indagini compiute dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli hanno permesso di identificarne i due autori e di dimostrare che il gravissimo fatto di sangue è strettamente correlato alla morte di Tufano Emanuele, essendo stato deciso, approvato ed attuato da soggetti appartenenti al gruppo camorristico Sequino del quartiere Sanità, recentemente ricostituitosi per il ritorno in libertà di una serie di affiliati, tra i quali l’indagato Pellecchia Salvatore, scarcerato il 22.1.2025, figlio di Pellecchia Silvestro, fratello di Pellecchia Maria Grazia, madre di Tufano Emanuele.
Gli indagati a seguito dell’omicidio di Emanuele Tufano hanno maturato la decisione di uccidere Durante Emanuele non solo e non tanto per vendicare la morte di Tufano ma soprattutto per dimostrare la permanenza della egemonia del clan Sequino sul territorio, anche a fronte di eventi che, seppur non strettamente attinenti a dinamiche di contrasto con altri sodalizi o ad epurazioni interne, nell’ottica del potere criminale minavano l’immagine e la credibilità dei Sequino, tenuto conto dei legami di uno degli indagati con la vittima e dei comportamenti ritenuti profondamente offensivi da parte degli autori del conflitto appartenenti al quartiere Sanità, mostratisi reticenti e irrispettosi nei riguardi del clan Sequino.
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