“Il 16 ottobre del 1943 io c’ero”. E’ scomparso all’età di 91 anni, a Roma, Alberto Sed, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove ha visto uccidere la madre e le due sorelle, una delle quali sbranata da un cane delle SS.
Ad annunciare la morte di Sed è Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, che in una nota rende omaggio a chi “con il sorriso ha saputo raccontare l’inferno e renderci persone migliori”.
Alberto Sed dopo essere stato catturato a Roma con sua madre e le due sorelle venne portato per un breve periodo a Fossoli, per poi essere condotto al campo di sterminio di Birkenau: lì gli venne tatuato il numero A-5491. “La sua scomparsa – afferma Dureghello – rappresenta un dolore immenso per tutta la Comunità. Una perdita ancora più dolorosa in questi tempi cupi in cui si riaffaccia l’odio antisemita”.
L’INFERNO – “Il 16 ottobre del 1943 io c’ero”, raccontava nelle sue testimonianze che per 50 anni ha tenuto per sé prima di riuscire a parlarne. Ricordi purtroppo indelebili nella sua memoria e troppo spesso invece sottovalutati dalla nostra. “Da Auschwitz-Birkenau siamo tornati in pochi”, raccontava qualche anno fa all’Ansa.
IL LUNGO SILENZIO – Per 50 anni non ha raccontato nulla dell’inferno vissuto nei campi di sterminio, dove vide morire sia la madre che le due sorelle. Nessuna parola nemmeno con la moglie e coi i figli. Poi la svolta e la sua storia raccontata in un libro scritto dal giornalista e ufficiale dei carabinieri, Roberto Riccardi, dal titolo “Sono stato un numero”. Da lì è iniziato l’attivismo di Alberto Sed che ha avuto centinaia di incontri con scuole, giovani, detenuti e gente comune.
Ci ha lasciato Alberto Sed, grande tifoso giallorosso sopravvissuto all’inferno di Auschwitz.
Lo ricordiamo così, riproponendo l’episodio di Romanisti in cui ci raccontò la sua storia.
Ciao Alberto, Forza Roma 💛❤️https://t.co/nKot1wOOKi pic.twitter.com/crwI0xnF1j
— AS Roma (@OfficialASRoma) November 3, 2019
“NEONATI AL PIATTELLO” – In passato ha ricordato una delle tante scene orribili vissute: “Non sono mai riuscito a prendere in braccio un neonato, nemmeno i miei figli, perché ad Auschwitz i nazisti ci facevano tirare in aria bambini di pochi mesi e si divertivano a ucciderli, come nel tiro a piattello”, racconta. “Non sono mai riuscito a entrare in una piscina, perché ho visto un prete ortodosso massacrato e annegato dai carnefici”, raccontava.
LA GAG CON TOTTI – Grande Tifoso della Roma, Alberto Sed una volta scherzò con Francesco Totti, ricordando uno spettacolare gol in rovesciata realizzato in giovinezza: “Se non ci fossero state le leggi razziali, sarei diventato più forte di te”.
© Riproduzione riservata
Commenti